Scatta il sequestro per il villaggio degli Svedesi di Baia Domizia. Nella mattinata di oggi, mercoledì 19 gennaio, i finanzieri del Comando Provinciale di Caserta hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta di questa Procura, nei confronti di una società con sede in Sessa Aurunca e del relativo complesso aziendale per un valore complessivo stimato in circa 20 milioni di euro, tra cui figura il noto e storico villaggio turistico del litorale domizio, denominato Italy Village” (già Villaggio degli Svedesi costruito nel 1968 e di proprietà di alcuni sindacati svedesi) e composto da 227 villette ed un terreno di oltre 13 mila metri quadri.
Baia Domizia, scatta il sequestro per il villaggio degli Svedesi
Il provvedimento compendia gli esiti di una complessa indagine di polizia giudiziaria svolta dai militari della Tenenza di Sessa Aurunca sotto la direzione di magistrati di questo Ufficio, nel cui ambito è emerso che la società in questione avrebbe acquistato il predetto villaggio turistico ad un valore notevolmente inferiore rispetto a quello reale, attraverso un’operazione di reimpiego di proventi illeciti, posta in essere da (L.M.) in qualità di socio unico nonché legale rappresentante della medesima società.
Infatti, secondo quanto scaturito dalle indagini documentali e dagli accertamenti economico-finanziari, eseguiti anche grazie ad un’attività di cooperazione con l’Autorità Giudiziaria svedese, quest’ultimo avrebbe rilevato la proprietà del villaggio turistico, valutato al tempo in oltre 14 milioni di euro, corrispondendo soltanto la modica cifra di 400mila euro, ottenuta grazie ad una pregressa appropriazione indebita di somme di denaro, pari a complessivi 590 mila euro.
Le indagini
In particolare, nell’ambito della trattativa di vendita del villaggio turistico tra la precedente proprietaria (la Riva del Sole S.p.A) e “La Serra Resort s.r.l.”, L.M. si sarebbe procacciato I denaro necessario a rilevare le quote della società acquirente, in parte, alienando a privati, senza avere ancora alcun titolo, 41 unità immobiliari facenti parte del resort per un totale di 490mila euro (dopo aver preventivamente realizzato una lottizzazione abusiva, estinta per prescrizione e una modifica della loro destinazione d’uso da turistico-ricreativa ad abitativa) e, in parte, sottraendo indebitamente 100 mila euro dalle casse di un’altra impresa a lui riconducibile.
In tal modo, ricorrendo false perizie tecniche tendenti a sottostimare il valore effettivo del villaggio turistico e utilizzando proventi di natura delittuosa, L.M. sarebbe riuscito ad assicurarsi la proprietà di uno dei più grandi e famosi complessi turistici del litorale domizio.
Da segnalare, infine, che senza la descritta operazione di reimpiego di proventi illeciti l’indagato non avrebbe avuto le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dell’investimento, atteso che gli accertamenti patrimoniali eseguiti dalla Guardia di Finanza hanno rilevato una netta sproporzione tra il valore dell’investimento stesso (seppur, come detto, molto sottostimato rispetto al valore reale) e le sue disponibilità ufficiali al tempo molto esigue.