Omicidio di Serena Mollicone, c’è una novità nel processo: dopo 21 anni dalla scomparsa della ragazza, i membri della famiglia Mottola hanno deciso di parlare e di rispondere alle domande di un magistrato.
Omicidio di Serena Mollicone, le novità al processo
Inizierà Marco, il figlio dell’ex comandante della caserma di Arce, che verrà ascoltato venerdì 6 maggio. Nelle udienze successive sarà la volta del padre e della madre. Dovranno provare a difendersi dalle accuse dei pm che, dopo la riapertura delle indagini nel 2017, sono convinti della colpevolezza della famiglia Mottola.
Le indagini: Serena era in caserma quando è stata aggredita
Serena era in caserma quando è stata aggredita, sostengono gli inquirenti. Ha sbattuto violentemente contro la porta dell’alloggio del comandante della stazione e poi è caduta a terra priva di sensi. Per cercare di nascondere il corpo della ragazza, che credevano ormai senza vita, i Mottola l’hanno legata e trasportata in un bosco nelle vicinanze di Arce. Serena è morta per soffocamento, a causa del nastro adesivo che gli è stato applicato sulla bocca e sul naso.
Serena poteva essere salvata
Serena Mollicone poteva essere salvata, secondo il parere del medico legale Luisa Regimenti, consulente di parte della famiglia della ragazza.