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Sessa Aurunca, Adolfo Antinozzi a processo per la morte di Galvez

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La vittima
La vittima

Giudizio immediato al tribunale di Cassino per il 42enne Adolfo Antinozzi, che poco dopo la mezzanotte di Capodanno scorso ha travolto e ucciso con l’auto, a San Vittore del Lazio, il 77enne di origini francesi Georges Christian Galvez, dandosi alla fuga per poi essere rintracciato e fermato dai carabinieri un’ora dopo. Antinozzi, come emerso dalle analisi effettuate dopo l’incidente, era ubriaco al volante.

Sessa Aurunca, Adolfo Antinozzi a processo per la morte di Galvez

A disporre il processo immediato il prossimo 2 maggio per Antinozzi, residente a Sessa Aurunca, è stato il Gip di Cassino Domenico Di Croce, che ha accolto la richiesta del pm Francesca Fresch, ritenendo sussistente l’evidenza probatoria e riconoscendo l’estrema gravità della condotta. Nel giudizio si sono i costituiti i familiari della vittima.

Dalle indagini dei carabinieri è emerso che Antinozzi, il primo gennaio dopo la mezzanotte, era uscito da un cenone in un ristorante di San Vittore assieme alla compagna, che risiede nel comune del Frusinate, e, si era messo alla guida della Fiat Panda della donna, seduta a fianco. Intorno alle 0.40 la tragedia, con l’auto del 42enne che ha travolto Georges Christian Galvez mentre questi stava salendo in auto, parcheggiata sul ciglio della strada, dove c’era anche la compagna, che ha assistito all’investimento.

La vicenda

Antinozzi, è emerso, non solo non si fermò, ma accompagnò la donna a casa e se ne tornò in taxi a casa sua, dove fu rintracciato quasi subito dai carabinieri. Determinanti per le indagini le immagini immortalate da una delle telecamere di video-sorveglianza installate poco prima del luogo del sinistro, attraverso le quali i militari sono riusciti a ricopiare il numero di targa e a rintracciare neanche un’ora dopo il fatto la donna, proprietaria della vettura

È lei che ha indicato nel compagno il “pirata” che era alla guida della sua Panda. “Gli avevo detto di fermarsi – raccontò la donna ai carabinieri – ma lui ha detto che non era successo nulla e che si era solo rotto lo specchietto retrovisore”. Dopo l’incidente, Antinozzi fu posto agli arresti domiciliari, poi revocati e sostituiti con la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, tuttora in corso.

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