Cronaca

Ennio Morricone ha beffato la morte: il necrologio, scritto di suo pugno, è l’ennesimo capolavoro

Ennio Morricone ha beffato la morte: il necrologio, scritto di suo pugno, è l’ennesimo capolavoro. A dare voce alle ultime parole del Maestro è il suo avvocato, e amico di famiglia, Giorgio Assumma, che ha letto il necrologio ai cronisti che affollavano l’entrata del Campus Biomedico, dove Morricone era stato ricoverato a seguito di una frattura del femore e dove è morto all’età di 91 anni per “complicazioni post operatorie”.

Il necrologio di Ennio Morricone

Geniale, ironico, pragmatico e fedele a sè stesso fino all’ultimo: il Maestro Morricone ha dimostrato, anche nella morte, che i grandi non cercano mai la ribalta, ma lasciano che sia il loro genio e parlare, senza clamori nè manie di protagonismo.

Le ultime parole

Le sue ultime parole, scritte quando ormai sentiva che la morte stava per arrivare, sono un addio sincero a coloro che ha tanto amato, ma senza pietismi nè cenni alla sua strepitosa carriera. Solo un uomo, un padre, un nonno che, nel tempo libero, ha dato al mondo alcune delle più belle pagine della storia della musica.


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“Io Ennio Morricone sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono sempre stati vicini e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto, impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della mia vita. C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare nessuno”.

“Saluto con tanto affetto Sara, Ines, Laura, Enzo e Norbert per aver condiviso con me e la famiglia gran parte della mia vita. Voglio ricordare con amore le mie sorelle e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto profondo ai miei figli, a mia nuora e ai miei nipoti, spero che comprendano quanto gli ho amati. Per ultima Maria, ma non ultima, a lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuti insieme e che mi dispiace abbandonare. A lei va il mio più doloroso addio”. 

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