Cronaca

Tutti gli abiti e i paramenti di Benedetto XVI: dal camauro alla mozzetta di ermellino

Nella mattinata di oggi, 31 dicembre, Papa Ratzinger è morto: ma vediamo quali sono gli abiti e i paramenti indossati da Benedetto XVI. Dal camauro alla mozzetta di ermellino.

Benedetto XVI, tutti gli abiti e i paramenti

Ratzinger è stato considerato un Papa da museo. Negli otto anni del suo pontificato fin dalla sua elezione alle sue dimissioni, ha rispolverato dall’armadio abiti che i predecessori non avevano più utilizzato. Perfino paramenti indossati dal beato Pio IX, l’ultimo Papa re dello Stato Pontificio.

Immagini che davano una luce diversa da quella acquisita da Papa Francesco che la sera in cui venne eletto rimandò tutti quegli abiti in soffitta. Un vestiario che non lo ha aiutato a farsi amare, anzi ha contribuito ad offrire l’immagine di un Papa che amava indossare le vesti sacre del Pontefice.

I suoi abiti

Il 21 dicembre 2005, in una sera fredda, indossò il camauro. Oltre che per le foto dell’epoca e per le fiction dedicate a Roncalli, il camauro è conosciuto anche grazie alla storia dell’arte.

Lo indossa, per esempio, il Leone X di Raffaello esposto agli Uffizi. Lo portavano abitualmente, in una versione invernale e in una estiva, tutti i papi che si sono succeduti dalla metà del Trecento alla fine del Settecento. Quello indossato da Benedetto XVI era di velluto rosso foderato e bordato di ermellino bianco. Non è l’unico accessorio che utilizzò, l’8 dicembre dello stesso anno il Papa Emerito indossò per la prima volta una mozzetta, la mezza mantella degli ecclesiastici che copre solo le spalle. Di velluto rosso e bordata di ermellino. Si vocifera che anche in abitazione privata, lontano dagli occhi dei fedeli, avvia indossato pantofole rosse imbottite di lana, molto simili a quelle tradizionali papali.

Nessun sentimento nostalgico, specificarono dal Vaticano al tempo. Era solo il desiderio di arricchire il vestiario papale per meglio resistere al freddo inverno romano. Ma al grande pubblico l’immagine di Benedetto XVI abbigliato in questo modo arrivò sempre più distorta.

In campo liturgico

Anche in campo liturgico si registrarono le stesse scelte. Tolta la croce astile dell’artista napoletano Lello Scorzelli, il Papa tedesco aveva riutilizzato prima quella di Pio IX e poi una nuovissima realizzata proprio per lui, seppur in chiave moderna si rifaceva al modello di quella dell’ultimo Papa re. Paramenti antichissimi e mitre, il copricapo utilizzato dai vescovi, altissime rispolverate a ogni celebrazione. Tutto il contrario dei paramenti indossati da san Giovanni Paolo II che scelse la semplicità.

L’ultimo cimelio è stato il fanone. Formato da due mozzette sovrapposte l’una all’altra con quella inferiore più lunga di quella superiore: è di stoffa bianca e aurea, con lunghe linee perpendicolari, divise da una striscia amaranto o rossa. Sulla parte anteriore ricamata una croce in oro. Simboleggia lo scudo della fede che protegge la Chiesa. Le fasce verticali di colore oro e argento rappresentano l’unità e l’indissolubilità della Chiesa latina e orientale.

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