La Regione Abruzzo ha preso la decisione di abbattere 469 cervi e cerbiatti. Ad occuparsi di questa pratica saranno i cacciatori, che potranno sparare a giovani cervi di pochi mesi, a giovani maschi fino a 5 anni o a femmine fino a 2 anni in cambio di soldi.
L’Abruzzo condanna a morte 469 cervi, ad occuparsi di questa pratica saranno i cacciatori
La crescente sensibilità nei confronti degli animali rende difficile accettare la decisione della Regione Abruzzo di abbattere 469 cervi e cerbiatti. Ad occuparsi di questa pratica saranno i cacciatori, che potranno sparare a giovani cervi di pochi mesi, a giovani maschi fino a 5 anni o a femmine fino a 2 anni. Il tariffario stabilito dalla regione prevede un compenso di 50 euro per ogni cerbiatto abbattuto, 150 euro per i maschi giovani e 250 euro per gli esemplari adulti.
Sembra che la presenza di cervi stia causando danni alle coltivazioni e provocando incidenti stradali. Pur non mettendo in discussione le ragioni che hanno portato a questa scelta dolorosa, ci si può chiedere se non vi siano alternative. Il rispetto per gli animali dovrebbe sempre essere una priorità e non può essere considerato solo in determinate circostanze.
In conclusione, i metodi scelti dalla Regione Abruzzo non riflettono i valori di un paese civile e non possono essere giustificati, neppure in nome del legittimo e comprensibile desiderio di contenere i numeri elevati dei cervi. È necessario adottare soluzioni più adeguate che possano tutelare le attività umane senza ricorrere a pratiche violente nei confronti degli animali.