Cronaca

Abusi sessuali su sette bambine a Firenze, 41enne finisce a processo: le violenze anche all’interno del tempio di una comunità di testimoni di Geova

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Abusi sessuali su sette bambine a Firenze, 41enne finisce a processo: le violenze, avvenute tra il 2014 e il 2018, si sono consumate anche all’interno del tempio di una comunità di testimoni di Geova.

Abusi sessuali su sette bambine a Firenze, 41enne finisce a processo

Un uomo di 41 anni, originario dell’hinterland fiorentino, è accusato di aver abusato per anni di sette bambine in un Comune della provincia di Firenze, approfittando della fiducia dei genitori, con i quali aveva instaurato un’amicizia. Le violenze sarebbero avvenute tra il 2014 e il 2018, in alcuni casi anche all’interno della sala del tempio di una comunità di testimoni di Geova, che l’uomo frequentava regolarmente. L’inchiesta è stata avviata nel 2022, quando alcune bambine, dopo un lungo silenzio, hanno iniziato a raccontarsi le esperienze vissute nella comunità. Fino a quel momento, nessuno dei familiari aveva sospettato dell’amico, che all’epoca dei fatti aveva 31 anni.

La denuncia e le indagini

Dopo la prima denuncia, sono seguite altre segnalazioni, che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Firenze lo scorso giugno. Ieri si è tenuta l’udienza preliminare, durante la quale la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per violenza sessuale; i legali dell’imputato hanno optato per il rito abbreviato, con la prossima udienza fissata per il 9 gennaio.

Secondo le ricostruzioni, l’uomo avrebbe “guadagnato la fiducia dei genitori delle vittime”, come riportato nel capo di imputazione, convincendoli a lasciargli in custodia le figlie, la più piccola nata nel 2008 e la più grande nel 2004, per trascorrere del tempo con loro. Così, sfruttando il legame di fiducia creato all’interno della comunità, aveva instaurato un rapporto di “amicizia” con quelle che sarebbero diventate le sue vittime.

In alcune occasioni, si appartava in auto mentre le accompagnava a casa, mentre in altri casi gli abusi avvenivano nel suo appartamento o durante gli incontri nei locali della Sala del Regno. A una delle vittime, tutte di origine straniera, l’uomo avrebbe detto che si trattava di un “gioco” e che doveva “rimanere in silenzio, perché nessuno avrebbe fatto caso a quanto detto da delle straniere”, aggiungendo che si comportava in quel modo “perché voleva loro bene”. In un episodio, per “impressionarla”, avrebbe provocato un taglio su una caviglia a una delle bambine con un coltellino.

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