Chi erano i passeggeri del Titanic?
I passeggeri del RMS Titanic che si trovavano a bordo del Titanic durante la sua traversata inaugurale da Southampton a New York furono circa 2.224, compreso equipaggio.
I passeggeri del Titanic erano divisi in tre classi a seconda del prezzo del biglietto: la prima classe era riservata a imprenditori, aristocratici, banchieri, atleti professionisti, politici e militari d’alto rango; in seconda classe viaggiavano le persone del ceto medio, cioè turisti, professori, sacerdoti, scrittori e borghesi; in terza classe invece viaggiavano immigranti provenienti da Paesi come Svezia, Finlandia, Inghilterra, Irlanda e Siria con lo scopo di trasferirsi negli Stati Uniti o in Canada in cerca di fortuna.
Passeggeri per classe
Prima classe
In prima classe viaggiavano alcuni degli uomini più in vista dell’epoca, membri di spicco dell’alta società, come imprenditori, aristocratici, medici e uomini d’affari, molti dei quali accompagnati dalla servitù, che comprendeva cuochi, autisti, domestiche, valletti, bambinaie e cameriere personali. I prezzi variavano dalle 30 sterline dell’epoca (che equivalgono a 3.000 euro), costo di una normale cabina di prima classe, alle 870 sterline (87.000 euro), costo di una suite di prima classe con tanto di salotto e ponte di passeggiata privato. I passeggeri di prima classe avevano a disposizione numerose attrezzature, come la piscina, il bagno turco, la palestra, il campo da squash, due ponti di passeggiata, uno aperto e uno chiuso, una propria biblioteca, un ristorante, una sala da pranzo, una sala fumatori e un bar.
Fanno parte dell’alta aristocrazia britannica Lady Noël Leslie, contessa di Rothes, moglie del 19º conte di Rothes, i genitori Thomas e Clementina Dyer-Edwards (scesi a Cherbourg) e la cugina acquisita Gladys Cherry, Sir Cosmo Duff-Gordon, proprietario terriero e schermidore scozzese, e la moglie Lady Duff-Gordon, famosa disegnatrice di moda, il colonnello Archibald Gracie IV, della ricca famiglia scozzese-statunitense dei Gracie, Tyrell e Julia Siegel Cavendish di Londra, l’amministratore delegato della White Star Line Joseph Bruce Ismay e il progettista del transatlantico, Thomas Andrews. Lord William Pirrie, zio di Andrews e presidente della Harland and Wolff, dovette rinunciare al viaggio a causa di una malattia.
Tra gli statunitensi ricordiamo il colonnello John Jacob Astor IV, proprietario di alcuni preziosi immobili tra cui il noto Waldorf-Astoria Hotel di New York e uno degli uomini più ricchi del mondo, e la giovane moglie Madeleine, l’imprenditore Benjamin Guggenheim, il co-proprietario dei magazzini Macy’s e membro della camera dei rappresentanti Isidor Straus e la moglie Ida, il fondatore e presidente della Youngstown Sheet and Tube George Dennick Wick, la moglie Mary e la figlia Mary Natalie, l’uomo d’affari George Dunton Widener (figlio del magnate dell’industria tranviaria statunitense), la moglie Eleanor e il figlio Harry, il vice presidente della Pennsylvania Railroad John Borland Thayer, la moglie Marian e il figlio diciassettenne Jack, il presidente della Grand Trunk Railway Charles Melville Hays e la moglie Clara, l’aristocratico William Ernest Carter, la moglie Lucile e i figli Lucile Polk e William Thornton, la filantropa e attivista di Denver Margaret “Molly” Brown, il banchiere e tennista Karl Behr, l’attrice Dorothy Winifred Gibson, l’architetto di Buffalo Edward Austin Kent, il consigliere presidenziale Archibald Butt, gli scrittori Jacques Futrelle e Helen Churchill Candee, i produttori di Broadway Harry e Irene Harris, il giornalista William Thomas Stead, il pittore Francis Davis Millet, il magnate americano dell’acciaio Arthur Larned Ryerson, la moglie Emily e i figli Susan, Emily Borie e Jack, e l’avvocato Charles Duane Williams e il figlio Richard Norris, tennista. Il finanziere della White Star Line John Pierpont Morgan e il fondatore del cioccolato Hershey Milton S. Hershey rinunciarono al viaggio all’ultimo minuto, il primo a causa di alcuni contrattempi e il secondo per la malattia della moglie Kitty.
Seconda classe
I passeggeri di seconda classe erano prevalentemente turisti, studiosi, sacerdoti, borghesi e insegnanti. Viaggiavano in seconda classe Wallace Hartley e gli altri componenti dell’orchestra della nave. La seconda classe del Titanic è considerata da molti della stessa qualità della prima classe di altre navi. Il costo medio di una cabina di seconda classe era di 13,10 sterline dell’epoca, equivalenti a 1.310 euro. I passeggeri di seconda classe avevano a disposizione una propria biblioteca e una propria sala fumatori, come in prima classe. I bambini di seconda classe passavano le giornate a giocare a quoits o a shuffleboard, un gioco molto diffuso in America e in Inghilterra simile alle bocce e al curling.
Con il permesso del capitano del Titanic, Edward Smith, i sacerdoti cattolici Thomas Byles e Joseph Peruschitz, della seconda classe, celebrarono la messa ogni giorno per i passeggeri di seconda e terza classe, Padre Byles in inglese, irlandese e francese e Padre Peruschitz in tedesco e ungherese.
Michel Marcel Navratil e il fratello Edmond Roger, soprannominati “gli orfani del Titanic”; Michel fu l’ultimo superstite di sesso maschile del Titanic
In seconda classe viaggiarono anche Lawrence Beesley, insegnante di scienze al Dulwich College, che trascorse molto tempo in biblioteca e che, due mesi dopo il naufragio, scrisse e pubblicò il libro The Loss of the SS Titanic, Joseph Philippe Lemercier Laroche, nipote del 21º presidente di Haiti e unico passeggero di colore a bordo della nave, che viaggiò con la moglie francese Juliette e le figlie Simonne e Louise, Michel Navratil sr., un sarto polacco naturalizzato francese che rapì i propri figli Edmond Roger e Michel Marcel dopo una burrascosa separazione dalla moglie e viaggiò sotto il falso nome di Louis M. Hoffman, Ruth Becker, una degli ultimi superstiti del naufragio, che viaggiò con la madre Nellie e i fratelli Marion e Richard, Edith Brown, in viaggio con il padre Thomas e la madre Elizabeth, e Eva Hart, in compagnia del padre Benjamin e della madre Esther.
Terza classe
I passeggeri di terza classe erano perlopiù migranti, che avevano lasciato i loro paesi di origine in cerca di fortuna negli Stati Uniti o in Canada. I prezzi variavano dalle 3 sterline (300 euro), costo di una cabina di terza classe, alle 7,15 sterline (715 euro), costo di una buona cabina di terza classe. La maggior parte dei passeggeri di terza classe proveniva dall’Inghilterra e dalla Svezia, mentre gli altri provenivano principalmente dai paesi dell’Europa centrale e orientale (come Finlandia, Italia, Bulgaria, Belgio e Francia), da quelli del Medio Oriente (soprattutto Libano e Siria) e da Hong Kong. Alcuni passeggeri viaggiavano da soli, altri con la propria famiglia e altri ancora con degli amici o dei compaesani. C’erano, inoltre, diversi gruppi di madri che viaggiavano da sole con i figli per raggiungere il capofamiglia già immigrato in America.
La famiglia più numerosa a bordo del Titanic era quella dei Sage, formata dal capofamiglia John George Sage, dalla moglie Annie Elizabeth e dai loro nove figli: Stella Anne, George John, Douglas Bullen, Frederick, Dorothy Florence, Anthony William, Elizabeth Ada, Constance Gladys e Thomas Henry. I Sage, provenienti dall’Inghilterra, erano diretti in Florida. Un’altra famiglia molto numerosa, sempre di terza classe, è quella degli Andersson, provenienti dalla Svezia, composta dal padre Anders Johan, la madre Alfrida Konstantia Brogren e i loro cinque figli, ovvero Sigrid Elizabeth, Ingeborg Costanzia, Ebba Iris Alfrida, Sigvard Harald Elias ed Ellis Anna Maria. A loro vanno aggiunti Anna Brogren Danbom, sorella minore di Alfrida, il marito Ernst Gilbert e il figlio Gilbert Sigvard Emanuel, di soli 4 mesi. La famiglia Goodwin, proveniente dall’Inghilterra, era invece composta dal padre Frederick, dalla madre Augusta Tyler e dai figli Lillian, Charles, William, Jessie, Harold e Sidney Leslie, quest’ultimo divenuto famoso come il “bambino sconosciuto”. Tutti i membri delle famiglie Sage, Andersson, Danbom e Goodwin perirono nel naufragio.
Viaggiava in terza classe anche la famiglia Dean, composta dal padre Bertram Frank, dalla madre Georgette Eva e dai figli Bertram Vere e Elizabeth Gladys “Millvina”, la più giovane passeggera a bordo della nave e l’ultima dei superstiti dell’affondamento del Titanic. Mentre la madre e i due bambini si salvarono sulla scialuppa di salvataggio numero 10, il capofamiglia non ce la fece.
Al fine di competere con la compagnia di navigazione rivale, la Cunard Line, la White Star Line offrì ai passeggeri di terza classe cabine molto più accoglienti e confortevoli di quelle mediamente offerte sugli altri transatlantici di lusso con la speranza che essi scrivessero ai loro parenti e/o amici e li incoraggiassero a viaggiare sulle navi della White Star. Inoltre, mentre nelle altre navi i passeggeri della terza classe dovevano portarsi il cibo da casa, sul Titanic c’era una sala da pranzo a loro riservata con sedie al posto delle panche e cibo preparato dal personale di cucina.
Ad eccezione dei bambini piccoli accompagnati dai genitori, i ragazzi/e e gli adulti celibi venivano separati: gli uomini venivano alloggiati nelle cabine di prua, spesso condivise con estranei, e le donne in quelle di poppa. Quasi tutte le cabine di terza classe dei ponti D, E ed F, a differenza di quelle delle altre navi dell’epoca, possedevano pareti ricoperte da pannelli di pino ed un pavimento a disegni floreali. Alcune cabine doppie erano fornite di letti fissi e possedevano un lavabo, come pure un ventilatore al soffitto. Altre cabine possedevano letti ripiegabili cosa che permetteva di aumentare lo spazio disponibile durante il giorno
I passeggeri di terza classe si riunivano nella sala comune dove potevano giocare a scacchi o a carte; in alternativa passeggiavano lungo il ponte di poppa. Il piccolo Frank John William Goldsmith, di 9 anni, trascorreva le giornate giocando assieme ad altri bambini della sua età: William Johnston, Willie Coutts, Harold Goodwin, James e Walter van Billiard e Albert e George Rice. Di questo gruppetto di bambini, solo Golsdmith e Willie Coutts sopravvissero al naufragio.
In terza classe vennero costruiti numerosi cancelli di ferro per impedire ai passeggeri di terza classe di mescolarsi con gli altri passeggeri. In caso di emergenza, gli steward avrebbero dovuto aprire queste cancellate per far salire sui ponti superiori i passeggeri. La notte del naufragio, solo una parte di queste cancellate venne aperta e molti passeggeri rimasero bloccati sottocoperta.
Passeggeri per nazionalità
Passeggeri arabi
Si sa per certo che diversi passeggeri a bordo del Titanic erano di origine araba. Tuttavia è difficile trovare informazioni sufficienti circa la loro nazionalità, anche perché all’epoca gli odierni Stati di Israele, Giordania, Libano, Palestina e Siria facevano tutti parte dell’Impero ottomano, precisamente della regione della Grande Siria. Un’altra difficoltà è il modo in cui i nomi, spesso non corretti, furono trascritti negli elenchi ufficiali.
Per esempio, “Yusuf” diventava “Joseph”, “Boutros” è stato trascritto come “Peter” e “Badr” diveniva “Badt”. L’unica cosa certa è che tutti i passeggeri arabi deceduti nel naufragio provenivano dal Libano, tredici dei quali provenienti dal villaggio di Kfar Meshki, nel distretto di Rashaya, e undici in quello di Hardine, nel distretto di Batrun. Secondo una leggenda tramandata di generazione in generazione, gli abitanti di Hardine, alle prime luci dell’alba del 15 aprile, avrebbero recitato i seguenti versi: “Hardine, piangi e compiangi la morte di undici dei tuoi giovani che non hanno superato i 25 anni. Cinque di loro non sono sposati, gli altri lo sono. Nessuno di loro è vecchio. Hanno tutti 25 anni.
Uno dei dettagli che più colpiscono nella ricerca di fatti sulle vittime arabe del Titanic è quello fornito dalla scrittrice Laila Salloum Elias, siriana-americana, nel suo libro dal titolo “Il Sogno e poi l’Incubo”. La scrittrice si è basata sui giornali arabi stampati a New York all’epoca in cui la nave è affondata. Secondo la Elias, che ha inoltre ascoltato la testimonianza delle famiglie delle vittime, molti dei libanesi che hanno perso la vita sul Titanic sono stati in realtà colpiti a morte con armi da fuoco per aver cercato di salire sulle scialuppe di salvataggio.
Il numero degli arabi sul Titanic li rende la quinta nazionalità più presente sulla nave: primi erano i britannici (327 passeggeri), secondi gli americani (306), terzi gli irlandesi (120) e quarti gli svedesi (113). Tra gli arabi c’erano almeno 81 libanesi e 1 egiziano. Si è risaliti all’identificazione di 20 donne e 46 uomini. Il più giovane tra loro aveva 16 anni, il più “anziano” 45, e avevano con sé i loro figli che avevano dai tre mesi fino ai 15 anni. Solo 30 di loro sopravvissero alla tragedia. Tra i superstiti abbiamo la quattordicenne Adal Nasrallah (negli elenchi ufficiali Adele Nasser), che perse il marito Niqula Nasrallah (Nicholas Nasser). Adal fu indubbiamente la più giovane vedova a causa del naufragio del Titanic.
Il passeggero arabo più conosciuto è sicuramente l’egiziano Hammad Hassab, 27 anni all’epoca del naufragio, unico arabo del Titanic di nazionalità non libanese, interprete del passeggero di prima classe Henry Sleeper Harper. Prima di venire assunto da Henry e Myra Harper, Hammad lavorava come “dragomanno” (traduttore dell’arabo) e guida turistica a Il Cairo. Hammad e gli Harper sopravvissero al naufragio a bordo della scialuppa di salvataggio numero 3. Dopo il naufragio, Hammad ritornò in Egitto e continuò a lavorare come interprete.
Passeggeri belgi
A bordo del Titanic viaggiavano 23 belgi, alcuni dei quali avevano già la cittadinanza americana. Ad eccezione di alcuni belgi che s’imbarcarono a Cherbourg, tutti gli altri salirono sulla nave a Southampton. La maggioranza di loro erano poveri agricoltori che provenivano dalle Fiandre e che si stavano recando negli Stati Uniti come lavoratori stagionali per la raccolta delle barbabietole.
In prima classe erano imbarcati Bertha Mayné, giovane cantante di Bruxelles, in viaggio con il fidanzato canadese Quigg Baxter, e il giovane ventiquattrenne Jakob Birnbaum, di origini polacche ma residente ad Anversa, dove lavorava come commerciante di diamanti. Bertha si mise in salvo sulla scialuppa numero 6, mentre Jakob non ce la fece. I suoi resti furono recuperati dal Mackay-Bennett e contrassegnati dal numero 148. Un altro passeggero di prima classe, Paul Romaine Marie Léonce Chevré, nacque a Bruxelles da genitori francesi.
In seconda classe viaggiò Mathilde Weisz, in viaggio con il marito, lo scultore ungherese Léopold Weisz. Mathilde era belga di nascita ma, avendo sposato un ungherese, nei documenti figurava già come passeggera ungherese. Mathilde si salvò sulla scialuppa di salvataggio numero 10, mentre il marito perì.
Sopravvisse invece la coppia belga formata da Anna e Guillaume De Messemaeker, passeggeri di terza classe, che possedevano già la cittadinanza americana. Entrambi si misero in salvo sulla scialuppa di salvataggio numero 13.
In terza classe si trovava a bordo anche la famiglia Van Impe, composta dal capofamiglia Jean Baptiste, dalla moglie Rosalie Paula Govaertla e dalla loro figlia Catharina. Nessuno di loro si salvò; Catharina, con i suoi dieci anni, fu la più giovane vittima belga. Julius “Jules” Sap, Jean Scheerlinck e Theodoor De Mulder, invece, riuscirono a mettersi in salvo sulla scialuppa numero 11 ed ebbero poi nella vita alterne fortune.
Una sola persona veniva dalla Vallonia, ovvero Georges Alexander Krins, sicuramente il belga più conosciuto che perì nella tragedia del Titanic, essendo uno degli otto membri dell’orchestra della nave guidata da Wallace Hartley. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.
Passeggeri bulgari
Sul Titanic viaggiarono 33 bulgari, tutti passeggeri di terza classe e quasi tutti giovani provenienti dai villaggi del centro nord, quali Lukovit, Pleven, Teteven e Trojan, zone di montagna, dove la terra arabile era insufficiente per fornire a tutti un tenore di vita accettabile.
Di questi 33 passeggeri bulgari, in cerca di un futuro migliore negli Stati Uniti o in Canada, non ci fu un solo superstite. Goumoshtnik, nella zona di Trojan, fu il villaggio bulgaro che ebbe la maggioranza di persone dipartite, ben otto giovani. I loro nomi sono: Lalyo Yonkov, Petko Kolev, Martin Markov, Lazar Minkov, Stoycho Minkov, Petrov Grisha, Penko Naidenov e Iliya Stoychev.
Passeggeri danesi
Furono dieci i passeggeri danesi che s’imbarcarono sul Titanic, tre in seconda classe e sette in terza classe. L’unica passeggera danese che si salvò fu Carla Christine Nielsine Andersen-Jensen. Carla, in questo viaggio accompagnata dal fidanzato Hans (che di cognome faceva Jensen anch’egli), dal fratello diciassettenne Svend e dallo zio Niels, si salvò sulla scialuppa di salvataggio numero 16. Il gruppo era diretto nell’Oregon. Quando morì nel 1980, l’ultimo desiderio di Carla Jensen fu quello di essere sepolta con la camicia da notte che indossava quella notte sul Titanic.
Passeggeri portoghesi
A bordo del Titanic c’erano quattro passeggeri portoghesi, tre in terza classe, uno nella seconda. Quelli di terza classe erano tre amici agricoltori dell’isola di Madera: Domingos Coelho, 20 anni, José Jardim, 21 anni, già sposato e padre di una bambina, e Manuel Gonçalves Estanislau, 37 anni, sposato da 13 anni e padre di cinque figli. Come molti altri passeggeri del Titanic, anche loro erano partiti nella speranza di una vita migliore negli Stati Uniti. Il commerciante di 32 anni José de Brito, invece, viaggiava in seconda classe. La sua destinazione era San Paolo, in Brasile. Tutti e quattro perirono nel naufragio del Titanic. I loro corpi, se recuperati, non furono mai identificati.
Passeggeri australiani
Sul Titanic erano presenti sei australiani, ma solo due di loro erano passeggeri: il passeggero di seconda classe Arthur Gordon McCrae, 32 anni, originario di Sydney, ed il passeggero di terza classe Charles Edward Dahl, 45 anni, nato in Norvegia ma residente in Australia sin dalla tenera età.
Dei due sopravvisse solo Dahl, che si salvò sulla scialuppa di salvataggio numero 15. Tuttavia, è difficile stabilire il numero esatto degli australiani presenti a bordo. Nel 1912, infatti, l’Australia era sotto il dominio dell’Inghilterra e faceva parte del Commonwealth, ragion per cui gli australiani presenti a bordo furono tutti registrati come britannici.
Passeggeri italiani
Viaggiarono sul Titanic 37 italiani, ma solo undici di loro erano passeggeri; tutti gli altri erano camerieri alle dipendenze di Gaspare Antonio Pietro “Luigi” Gatti, anch’egli italiano, manager dei ristoranti della White Star. Nessuno dei camerieri italiani riuscì a salvarsi. Per quanto riguarda i passeggeri, solo cinque riuscirono a mettersi in salvo:
- Argene Genovesi in Del Carlo, di seconda classe, che perse il marito Sebastiano nella tragedia, residente a Montecarlo, in Provincia di Lucca, venne imbarcata sulla scialuppa di salvataggio numero 11. Dopo il naufragio partorì la figlia della coppia, Maria Salvata, il 14 novembre 1912;
- Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi, di seconda classe, nato ad Arcisate ma residente negli Stati Uniti, fu uno dei quattro naufraghi fortunati che vennero salvati dall’acqua dalla scialuppa numero 14;
- Albina Bazzani, di prima classe, nata a Roma ma residente a Filadelfia, si imbarcò sul Titanic come domestica di Mrs. Emma Eliza Bucknell. Riuscì a salvarsi imbarcandosi sulla scialuppa numero 8;
- Luigi Finoli, di terza classe, nato ad Atessa, in Provincia di Chieti, ma spesso in viaggio negli Stati Uniti, si salvò sulla scialuppa di salvataggio numero 15;
- Raimondo Vitillo, di terza classe, nato ad Ariano Irpino, in Provincia di Avellino, imbarcatosi come clandestino in cerca di fortuna negli Stati Uniti, si salvò sulla scialuppa di salvataggio numero 7. Particolare fu la sua testimonianza secondo la quale il Titanic non affondò per via di una collisione con un iceberg, ma bensì speronato da un piroscafo che batteva bandiera olandese o svedese.
I sei passeggeri italiani che perirono nella tragedia sono:
- Francesco Celotti, 24 anni, passeggero di terza classe;
- Sebastiano Del Carlo, 29 anni, nato a Capannori, passeggero di seconda classe e marito di Argene;
- Emilio Serafino Mangiavacchi, nativo di Firenze, passeggero di seconda classe;
- Sante Righini, 28 anni, nato a Pisignano ma residente a New York, viaggiò in prima classe come domestico di Mrs. Ella White;
- Alfonso Martino Meo, 48 anni, originario di Potenza ma già da tempo residente in Inghilterra, passeggero di terza classe;
- Giuseppe Peduzzi, 24 anni, nato a Schignano ma residente sin dall’età di 12 anni a Londra, passeggero di terza classe.
Passeggeri cinesi
A bordo del Titanic vi erano anche cittadini di Hong Kong, allora protettorato inglese, oggi invece regione della Cina. Essi erano tutti marinai ma si erano imbarcati sul Titanic come passeggeri di terza classe. I loro nomi sono: Lang Fang, 26 anni, Bing Lee, 32 anni, Chip Chang, 32 anni, Hee Ling, 24 anni, Ali Lam, 38 anni, Choong Foo, 32 anni, Len Lam, 23 anni, e Ling Lee, 28 anni. Tutti, tranne Len Lam e Ling Lee, riuscirono a salvarsi. Al loro ritorno a Hong Kong i sei superstiti vennero accolti come degli eroi.
Passeggeri greci
Quattro erano invece i passeggeri greci che si’imbarcarono sul Titanic, tutti in terza classe: Vasilios G. Katavelos, 19 anni, contadino proveniente dal Peloponneso e diretto nel Wisconsin, Panagiotis K. Lymperopoulus, 30 anni, operaio diretto nel Connecticut, e Apostolos M. Chronopoulos, 26 anni, anch’egli operaio, in viaggio con il fratello minore Dimitrios, di 18 anni. Nessuno di loro sopravvisse. Solo i corpi di Katavelos e Lymperopoulus vennero recuperati e identificati con i numeri 58 e 196.