Il disastro aereo della Chapecoense: cosa è successo
La Chapecoense si imbarcò sul volo LaMia 2933 che l’avrebbe dovuta portare all’aeroporto di Medellin in Colombia per disputare la finale della Copa Sudamericana contro il Nacional. L’aereo su cui viaggiava si schiantò, per l’esaurimento del carburante, contro il fianco di una montagna.
Le vittime e i sopravvissuti
Delle 77 persone a bordo ne morirono 71, di cui 19 tesserati del club brasiliano. Si salvarono solo 3 giocatori: il portiere Jakson Follman, cui fu amputata una gamba, il difensore Alan Ruschel, tuttora in attività, e un altro difensore, Hélio Hermito Zampier Neto, meglio noto come Neto. Quest’ultimo dopo la riabilitazione tornò a giocare, salvo poi ritirarsi a fine 2019: “Il mio corpo non ce la fa più“.
Le indagini sul disastro aereo
A distanza di 5 anni dalla tragedia la polizia federale brasiliana ha infatti arrestato una cittadina boliviana indagata per la catastrofe. “La donna era una specialista in sicurezza del volo e all’epoca avrebbe fraudolentemente mancato di rispettare i requisiti procedurali minimi per l’approvazione del piano di volo dell’aereo, poiché nel programma presentato l’autonomia di volo non era adatta al viaggio“, ha spiegato in una nota la polizia federale. Una responsabilità non da poco, visto che proprio la fine del carburante fu la causa della tragedia.