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Accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di due 17enni, la Cassazione annulla due condanne

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Immagine di repertorio

La Corte di Cassazione ha annullato le condanne nei confronti di Nicholas Pedrotti ed Emanuel Dedaj, accusati dello stupro di gruppo che sarebbe avvenuto al Lido di Menaggio (Como) nell’estate del 2018. I due dovranno comparire di nuovo davanti alla Corte d’Appello.

Accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di due 17enni, la Cassazione annulla due condanne

La Corte di Cassazione ha annullato due delle tre condanne emesse dalla Corte d’Appello di Milano lo scorso marzo riguardo al presunto stupro di gruppo avvenuto tra l’8 e il 9 agosto 2018 nei pressi di una spiaggia al Lido di Menaggio, sul lago di Como, ai danni di due ragazze di 17 anni. Per questi eventi, Nicholas Pedrotti ed Emanuel Dedaj erano stati condannati a sette anni di reclusione, mentre Gheorghe Rotaru a otto anni. La Terza sezione penale della Suprema Corte ha annullato le sentenze riguardanti Pedrotti e Dedaj, che dovranno comparire nuovamente davanti alla Corte d’Appello, confermando invece la condanna per Rotaru.

Secondo l’accusa, le due presunte vittime erano in vacanza sul lago di Como. La sera dell’8 agosto, le ragazze avevano trascorso del tempo con altre due amiche. Una di loro era però risultata ubriaca e non riusciva a restare in piedi, costringendo l’amica a chiedere un passaggio per tornare al Lido di Menaggio. Un gruppo di quattro giovani si sarebbe offerto di aiutarle, ma secondo i giudici della Corte d’Appello di Milano, le avrebbero condotte “contro la loro volontà” in un “luogo isolato noto a loro, con il palese scopo di soddisfare i loro desideri sessuali”. Il giorno seguente, le due ragazze si erano recate presso la stazione dei carabinieri per denunciare le presunte violenze subite.

Il processo e la decisione della Cassazione

Quattro persone erano state sottoposte a inchiesta con l’accusa di atti di violenza. La situazione del 26enne di Claino con Osteno, che era alla guida del veicolo, è stata archiviata dopo che, in primo grado, il magistrato aveva rinviato gli atti alla Procura richiedendo ulteriori accertamenti. Successivamente, il Tribunale di Como ha condannato Pedrotti, 27enne di Chiesa in Valmalenco, e Dedaj, che all’epoca viveva a Spoleto, a 7 anni di reclusione, mentre Rotaru, 26enne di origine moldava, è stato condannato a 8 anni. La Corte d’Appello di Milano ha confermato la decisione a marzo scorso.

Ieri, però, giovedì 28 novembre, la Corte di Cassazione ha deciso di annullare le prime due condanne e di rendere definitiva la terza. Come hanno fatto sapere gli avvocati Manrico Pensa, Antonella Calcaterra e Francesco Romualdi, “sarà un’altra sezione della Corte d’Appello a dover decidere come si svolsero i fatti quella notte”. Secondo i legali, i giudici della Suprema Corte si sarebbero soffermati “sulle innumerevoli criticità dell’impianto accusatorio”, per questo motivo avrebbero disposto che “altri e ben diversi debbano essere i criteri di valutazione connotati da un evidentissimo pregiudizio”.

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