Achille Lauro, nome d’arte di Lauro De Marinis, in una lunga intervista al Corriere della Sera ha raccontato la sua infanzia difficile. Achille è un cantante romano molto apprezzato per il suo essere eclettico e per le sue canzoni rock. Attualmente spazia dalla trap al rock ma comincia la sua carriera con la musica rap.
Achille Lauro e la sua infanzia
Achille Lauro racconta della sua infanzia. L’artista ha un passato tormentato, non studiava e aveva l’ossessione di scrivere musica: “Vengo dalla periferia romana, ai bordi del raccordo, una realtà di estrema difficoltà. Malavita e criminalità mi hanno fatto crescere con miti sbagliati. Roma non è corrotta, diceva qualcuno, ma corruttrice. Mi sono reso conto che stavo crescendo in un bolla sbagliata che mi avrebbe portato nella merda. Se parlo di droga non è quella che gira nel mondo dello spettacolo, ma di una bolla in cui non hai aspettative, non c’è futuro e accadono cose tremende da cui non si esce intatti.
Poi la consapevolezza di dover cambiare: “Dopo i 20 anni capisci che quelle non sono più caz*ate, ma che stai buttando la tua vita nel cesso, stai diventando un uomo e se continui non puoi più cambiare strada ed è tardi per la redenzione”. Sulla sia prima volta svela: “A 13 anni, lei aveva qualche mese in più. In quelle realtà metropolitane si cresce velocemente”.
Achille Lauro racconta dei suoi tatuaggi
Achille Lauro ha fatto il primo tatuaggio quando aveva solo 13 anni: “Nella comune li avevano tutti. È un sole con l’iniziale del nome di una persona importante. A mia mamma avevo detto che era fatto con l’hennè. Tutti i tatuaggi sono legati o a persone importanti o a un lato estetico e culturale come quelli del filone giapponese”.
Il cantante ora ne ha moltissimi, di cui alcuni sul volto: “‘Scusa’ è la chiave di tutto, una parola bellissima che puoi decidere sia riferita a se stessi per quello che facciamo o agli altri per quello che facciamo loro. ‘Pour l’amour’ era il titolo del mio album. Toccare una parte importante come il viso è un tabù, la nonna ti dice che non potrai andare a lavorare in banca se te lo fai, ma io non avevo un piano B, per me quel disco era tutto o niente”.
Achille quando gli si domanda quale sia la spesa più folle fatta ora che è famoso, confida: “Nemmeno quando facevo rap mi interessavano orologioni, collane o macchinoni. Per come sono stato educato me ne frego delle cose materiali. Ai tempi della trap vivevo in un monolocale, di giorno ufficio, di notte branda. Ho sempre investito tutto quello che ho guadagnato per poter avere una visione più grande. Un anno e mezzo fa sono cascato nel piacere delle cose materiali e ho comprato una Ferrari, ma l’ho già venduta”