Diritto

Adescamento di minori in rete: cosa dice la legge e come tenere al sicuro i bambini

L’adescamento di minori in rete è un fenomeno (in preoccupante aumento) dei giorni nostri, di cui molti ancora ne ignorano la pericolosità e le situazioni di rischio a esso connesse. Fino alla fine degli anni ’90 i pedofili avevano come ‘’terreno di caccia’’ le ludoteche, i parchi, le scuole o qualsiasi altro luogo frequentato da minori. Con l’avvento delle tecnologie digitali, tuttavia, i pedofili si sono spostati sul web, dove, organizzati in appositi siti e forum, si dedicano allo scambio e alla diffusione di materiale pedopornografico e, purtroppo, anche all’adescamento di minori.

Adescamento di minori: inquadramento giuridico

Il Codice Penale Italiano all’art. 609 undecies prevede il reato di adescamento di minori, prevedendo una pena da uno a tre anni di reclusione per chiunque, mediante artifici, raggiri o minacce, adesca un minore di anni 16 al fine di commettere i reati di riduzione o mantenimento in schiavitù (600 C.P.), prostituzione minorile (600bis C.P.) e pornografia minorile (600ter C.P.). Si evince, quindi, che al fine della configurazione del reato, l’adescamento non deve essere fine a sé stesso ma funzionale alla commissione degli altri reati appena menzionati. Questo fa sì che nella pratica diventi difficile dimostrare e provare le intenzioni criminose di una persona accusata di adescamento di minori.

All’adescamento di minori è molto spesso connesso il reato di pornografia minorile, ovvero la condotta di chi, utilizzando minori di anni 18, produce materiale pornografico. Quest’ultima fattispecie delittuosa è punita con la reclusione da sei a dodici anni.

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Adescamento di minori: i rischi in rete

Come poc’anzi accennato, i pedofili del nuovo millennio hanno come terreno di caccia il web, non sono pochi i siti e i forum presenti nel deepweb (la parte nascosta di internet) in cui migliaia e migliaia di individui affetti da pedofilia si dedicano allo scambio di materiale pedo-pornografico e all’adescamento di minori al fine di commettere abusi. Va specificato che il profilo criminologico del pedo-pornografo (ovvero colui che fa uso della rete per dare sfogo alla sua perversione pedofilica) è parzialmente diverso da quello del pedofilo ‘’tradizionale’’. Mentre quest’ultimo, infatti, può essere un uomo di qualsiasi estrazione sociale e, molto spesso, di mezza età, il pedo-pornografo è generalmente una persona ben inserita nel tessuto sociale, spesso con una famiglia ed è statisticamente più giovane.

 Le azioni di contrasto da parte delle autorità a questo turpe crimine sono forti e costanti, pur tuttavia, l’eradicazione del fenomeno appare ancora oggi molto lontana in quanto, gli stessi pedofili agiscono nell’ombra, spesso nell’anonimato e proteggendosi a vicenda. Generalmente, è raro che un pedofilo tenti di adescare direttamente un minore, poiché questo lo esporrebbe significativamente al rischio di essere scoperto e quindi arrestato. È tuttavia possibile (e anche frequente nella pratica) che un pedofilo tenti di adescare un minore servendosi di un contatto falso al fine di organizzare un incontro con la propria vittima. Come ben sappiamo, al giorno d’oggi, l’accesso al web e ai social network avviene sempre più in tenera età, per cui gli adolescenti si ritrovano spesso soli a navigare nei meandri bui della rete, a volte ignari dei rischi che corrono. È, per tale ragione, molto importante controllare i cellulari o i pc dei nostri figli, in modo da poter tempestivamente individuare qualche contatto sospetto. Altra regola d’oro da seguire è quella di limitare, quanto più possibile, la pubblicazione sui social network di foto ritraenti i nostri figli, nonché di limitare la divulgazione di informazioni personali, come indirizzo, comune di residenza o anche semplici abitudini quotidiane e luoghi abitualmente frequentati.