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Aereo per Roma “precipita” per oltre 8mila metri e fa ritorno all’aeroporto di Newark

Un aereo, il Boeing 777, per Roma “precipita” per oltre 8mila metri: poco dopo la mezzanotte ha dovuto invertire rotta e tornare all’aeroporto di Newark per un “problema di pressurizzazione”. Lo rende noto un portavoce della Federal Aviation Administration.

Roma, aereo precipita per oltre 8mila metri: ritorna a Newark

Un aereo diretto a Roma Fiumicino ha dovuto far ritorno all’aeopoto di Newark per un problema di pressurizzazione della cabina dopo esser sceso di quota di oltre ottomila metri in dieci minuti.

Il volo era partito nella serata di mercoledì 14 settembre, intorno alle 20:37 con 270 passeggeri e 14 persone dell’equipaggio. Ad un certo punto, l’aereo ha iniziato una veloce e pericolosa discesa che ha creato il panico a bordo.

L’aereo ha poi effettuato due giri sopra il Canada intorno alle 22.30 e infine è rientrato all’aeroporto di partenza in modo da “far fronte a una possibile perdita di pressione in cabina. Il volo è atterrato in sicurezza e non c’è mai stata alcuna perdita di pressione nella cabina”.

L’ex comandante: “Se il sistema ha un guasto è la manovra più corretta”

Gianni Lanza, 60 anni, romano, ex comandante sugli Airbus 320 ed istruttore di volo ha commentato in un’intervista a Il Mattino la vicenda. “Considerando la discesa in 8 minuti: fanno poco più di 3.500 piedi al minuto, una discesa appunto leggera che indica che sul velivolo era tutto sotto controllo a parte quel presunto malfunzionamento dell’impianto di pressurizzazione della cabina”.

“Era tutto sotto controllo. Gli indicatori legati al sistema di pressurizzazione segnalavano che qualcosa non stava andando per il verso giusto e bene ha fatto il pilota ad essere prudente. Va anche considerato che questi impianti sono “ridondanti”, ovvero che le parti ‘vitali’ sono doppie e anche ‘triple’ perché se se ne guasta una ce n’è almeno un’altra che la rimpiazza.”, spiega Lanza.

Conclude l’ex comandante: “Non è un malfunzionamento frequente. Sugli aerei di oggi si tratta di circostanze rare e soprattutto affrontabili senza conseguenze per i passeggeri. Per di più l’aereo si trovava sul mare e quindi scendere non è stato complicato. Poi può capitare di dovere scendere di quota anche se il sistema di pressurizzazione funziona bene.”

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