Entra nel negozio dove lavora l’ex fidanzata e l’aggredisce con l’acido a Verbania: la vittima di 60 anni è riuscita a salvarsi grazie alle urla che sono state udite dai clienti di un bar nelle vicinanze, che sono prontamente intervenuti.
Aggredisce l’ex con l’acido: salvata a Verbania
L’incidente è avvenuto ieri nel tardo pomeriggio a Verbania, dove la donna, parrucchiera in una frazione della città, è stata attaccata all’interno del suo salone. Secondo quanto riportato da diversi media locali, alcuni avventori del bar hanno udito le sue grida e, trovando l’aggressore ancora sul posto con il flacone in mano, hanno immediatamente allertato i soccorsi. La polizia è intervenuta e ha arrestato il colpevole.
L’aggressore, un uomo di sessant’anni originario della Sardegna e ex pizzaiolo, sembra non avere un’abitazione sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, ha spinto la vittima, anch’essa sulla sessantina, in uno sgabuzzino e l’ha colpita. La vittima è stata trasportata al pronto soccorso di Verbania, dove si è appurato che le sue ferite non sono particolarmente gravi e la prognosi è di pochi giorni. Stando alle prime informazioni, i due si erano lasciati da meno di un mese, ma l’uomo aveva tentato più volte di convincere la sua ex a riprendere la relazione. Ieri, però, ha oltrepassato ogni limite, colpendo la donna, seppur in modo indiretto, con dell’acido sul viso, dopo averla trascinata in bagno e picchiata. L’intervento dei clienti di un bar nelle vicinanze ha portato all’arresto dell’aggressore da parte della polizia, con l’accusa di lesioni gravissime. La donna è stata già ascoltata, insieme ad altri testimoni, dagli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto. Dai primi accertamenti non sono emersi precedenti episodi di violenza.
“È incredibile che eventi di questo tipo si verifichino ancora – ha dichiarato il sindaco di Verbania, Giandomenico Albertella, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Eppure, accadono. Anche in città con elevati standard di sicurezza, come la nostra. Questo ci fa riflettere su quanto ci sia ancora da fare per garantire un autentico rispetto delle scelte individuali, indipendentemente da quali siano.”
