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Violenza in corsia, arrivano 500 bodycam per medici e infermieri salernitani

Foto di repertorio

Per contrastare il crescente fenomeno delle aggressioni ai danni del personale sanitario, l’ASL di Salerno ha deciso di introdurre un progetto sperimentale dotando medici e infermieri di 500 bodycam. Questi dispositivi, simili a quelli già in uso nelle forze di polizia, saranno impiegati dal personale dell’emergenza-urgenza e dai servizi di psichiatria, con l’obiettivo di registrare eventuali situazioni di rischio e fungere da deterrente per comportamenti violenti come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Aggressioni ai sanitari, dall’Asl Salerno 500 bodycam per medici e infermieri

Il via libera al progetto è stato confermato dai vertici dell’azienda sanitaria, e il suo avvio è previsto nei prossimi giorni. Come spiegato da Giulio Corrivetti, psichiatra del dipartimento di Salute Mentale di Nocera e segretario della Società Italiana di Psichiatria sezione Campania, l’iniziativa coinvolgerà anche i reparti di psichiatria (SPDC). “Saranno distribuite 190 bodycam alla nostra rete di psichiatria e ai relativi reparti”, ha dichiarato Corrivetti, aggiungendo che i dispositivi verranno attivati solo in situazioni di pericolo, previa comunicazione all’interlocutore. L’obiettivo è prevenire le aggressioni, proteggendo il personale in situazioni critiche.

In provincia di Salerno, i numeri parlano chiaro: ogni anno si registrano circa 50 aggressioni ai danni di operatori sanitari, un dato che potrebbe essere sottostimato, dato che solo una minima parte degli episodi viene denunciata. La zona comprende nove pronto soccorso, 56 presidi di primo soccorso e 80 strutture di continuità assistenziale, molte delle quali situate in aree isolate con un solo operatore presente.

Nonostante iniziali resistenze, l’idea ha trovato ampio consenso tra il personale sanitario, soprattutto alla luce di una recente ondata di violenze. “All’inizio c’era scetticismo, ma dopo i gravi episodi accaduti anche qui a Nocera, l’adesione al progetto è diventata totale”, ha spiegato Corrivetti. La fase sperimentale sarà a tempo determinato, ma secondo lo psichiatra, vista l’importanza del tema, è probabile che il progetto possa diventare una misura stabile per garantire maggiore sicurezza al personale medico e paramedico.

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