La fine dell’estate 2024 ha visto un’escalation preoccupante di aggressioni nei confronti degli operatori sanitari in tutta Italia, dal Nord al Sud. L’episodio più recente di questa serie di violenze si è verificato all’Ospedale Riuniti di Foggia, dove un gruppo di circa 50 persone, tra amici e parenti di una paziente deceduta dopo un’operazione, ha aggredito il personale medico.
Medici e infermieri si sono visti costretti a rifugiarsi in una stanza per proteggersi dall’assalto, durante il quale uno di loro è stato colpito al volto. Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, ha espresso il suo sgomento, sottolineando come questo episodio abbia segnato un nuovo e drammatico record di violenza contro il personale sanitario.
Aggressioni a medici e infermieri, ipotesi Daspo per i responsabili
Secondo i dati forniti da Anaao-Assomed, nel 2023 si sono registrate circa 16mila aggressioni contro gli operatori sanitari, un terzo delle quali di natura fisica, e in ben il 70% dei casi le vittime sono state donne. Tra le violenze più gravi si annoverano non solo calci e pugni, ma anche tentativi di strangolamento, calci al volto in stile arti marziali, minacce di morte e addirittura l’uso di armi, come una pistola giocattolo o una mazza da baseball, come avvenuto ad agosto in due distinti episodi rispettivamente ad Anzio e Castellammare di Stabia.
Di fronte a questa crescente emergenza, numerosi esponenti del mondo sanitario hanno lanciato appelli urgenti, invocando misure concrete per fermare le aggressioni. Il senatore Ignazio Zullo, di Fratelli d’Italia, ha proposto una legge che prevede una sorta di “daspo” sanitario: chi aggredisce il personale medico potrebbe essere temporaneamente escluso dalle cure gratuite del Servizio Sanitario Nazionale. Tale provvedimento mira a lanciare un messaggio chiaro sulla gravità di questi atti di violenza e a fungere da deterrente.
Dal canto suo, il sindacato Nursing Up ha chiesto l’intervento immediato dell’esercito negli ospedali e una convocazione urgente del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica del Viminale, denunciando che solo nel mese di agosto si sono verificati 34 episodi di violenza in 31 giorni. Anche i sindacati dei medici hanno minacciato azioni forti, tra cui l’abbandono degli ospedali, se non verranno adottate misure tempestive e adeguate.
Le proposte
Le proposte per arginare questo fenomeno includono l’introduzione dell’arresto in flagranza differita per chi compie atti di violenza contro il personale sanitario, una misura già utilizzata in ambito sportivo e per i reati di violenza domestica e stalking. Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, ha inoltre invocato l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle strutture sanitarie, in modo da identificare e punire gli aggressori secondo le norme vigenti.
La Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) ha chiesto un intervento deciso da parte delle forze di polizia e della magistratura, sottolineando l’urgenza di misure deterrenti immediate per fermare la spirale di violenza che sta mettendo a rischio chi, quotidianamente e tra mille difficoltà, lavora per garantire il diritto alla salute dei cittadini.