Il 18 gennaio del 1967, il criminale statunitense Albert DeSalvo fu processato per i crimini correlati a quelli compiuti dallo “Strangolatore di Boston” dal 1962 al 1964.
18 gennaio 1967: Albert DeSalvo venne giudicato per i crimini dello “Strangolatore di Boston”
Per il processo che si svolse 18 gennaio del 1967, DeSalvo venne valutato psicologicamente dal Dr. Harry Kozol, che lo giudicò in grado di affrontare il dibattito processuale. La giuria non credette che de Salvo fosse lo Stupratore di Boston ma fu condannato comunque per le violenze sessuali.
La condanna e le ipotesi su Nassar
De Salvo venne condannato al carcere a vita per le violenze e gli stupri commessi come “uomo verde” su una quantità imprecisata di donne (la cifra delle vittime oscilla tra le 300 e le 2000). Il caso dello “Strangolatore di Boston” venne riaperto nell’inverno del 2001, grazie alla tecnica del DNA. Tracce prelevate all’epoca dalle scene dei crimini e correttamente conservate hanno permesso di estrarre un profilo genetico dell’assassino da confrontare con quello di Albert DeSalvo.
Il 6 dicembre 2001 il professor James Starrs, della George Washington University, ha dichiarato di avere trovato sul corpo e sui vestiti di una delle vittime tracce biologiche appartenenti a due diversi soggetti, nessuno dei quali è Albert DeSalvo. Secondo Starrs questo dimostra la estraneità di De Salvo, che sarebbe perciò un impostore, una sorta di mitomane, affamato di notorietà.
Quello dello “strangolatore di Boston” almeno ufficiosamente, rimane ancora un caso misterioso. Il profilo criminale dello Strangolatore di Boston porta invece direttamente a George Nassar.
Nonostante il suo avvocato difensore avesse invocato per lui la totale infermità mentale, in mancanza di prove concrete non fu possibile attribuirgli ufficialmente anche gli omicidi dello “strangolatore” da lui confessati successivamente l’arresto, e nemmeno la giuria gli credette.
Fatti antecedenti
Nel periodo tra il 14 giugno 1962 e il 4 gennaio 1964, 13 donne nubili di età compresa tra i 19 e gli 85 anni furono assassinate a Boston e dintorni; e gli omicidi furono attribuiti alla fantomatica identità dello strangolatore misterioso di Boston.
La maggior parte delle donne uccise fu violentata nella propria abitazione, e poi strangolata con capi di vestiario come calze, sciarpe, sottovesti. La vittima più anziana morì per infarto. Due altre furono accoltellate a morte, e una di queste dopo essere stata selvaggiamente picchiata. Senza alcun segno di scasso segnalato, le donne probabilmente conoscevano l’assassino oppure lo fecero entrare volontariamente nelle loro case.
La polizia non era convinta che tutti gli omicidi fossero da ricondursi ad un singolo individuo, specialmente a causa della grande differenza di età fra le vittime; tuttavia la maggior parte dell’opinione pubblica credeva nella tesi dell’unico assassino seriale.
Il 27 ottobre 1964, uno sconosciuto si introdusse nell’appartamento di una giovane donna a EastCambridge fingendosi un detective della polizia. L’uomo legò la vittima al letto, la violentò ripetutamente, chiedendole poi “scusa” prima di andarsene. La descrizione dell’aggressore data dalla donna guidò la polizia a identificare l’assalitore in Albert DeSalvo e quando la sua foto finì sui giornali, molte altre donne lo riconobbero come loro molestatore. La polizia lo arrestò il 3 novembre seguente.
L’uomo verde
DeSalvo non fu inizialmente sospettato di essere coinvolto negli omicidi dello strangolatore. Solamente quando venne incriminato per svariate violenze carnali che aveva compiuto negli anni guadagnandosi i soprannomi di “uomo delle misure” (dall’abitudine di presentarsi a varie donne con la scusa di essere un talent scout di modelle e di voler controllare le loro “misure”) e “uomo verde” (dal colore degli abiti da lavoro che indossava durante le violenze), diede una dettagliata confessione della sua attività di assassino.
Il compagno di cella di De Salvo fu George Nassar, psicopatico e grande manipolatore. Durante le lunghe ore in compagnia tra di loro, nasce l’idea: lo strangolatore di Boston è quasi una star, e allora perché non sfruttare la popolarità dello strangolatore per scriverci un libro e guadagnare un mucchio di soldi dai diritti e dalle interviste?
De Salvo chiede quindi di parlare con Francis Lee Bailey, avvocato di Nassar e a lui confessa di aver ucciso non undici, ma tredici volte, fornisce dettagli sulle vittime, sul modo in cui le aveva aggredite e uccise e sulle caratteristiche delle case in cui vivevano che soltanto l’assassino poteva conoscere tanto accuratamente. Anche se con qualche imprecisione ed incongruenza, DeSalvo fu in grado di citare dettagli che la polizia non aveva reso pubblici.
Tuttavia, non esistevano prove concrete sufficienti per sostenere la sua confessione. Inoltre, i testimoni non riconoscono in DeSalvo l’uomo che hanno visto sui luoghi del delitto, che assomiglia invece molto proprio al suo compagno di cella, George Nassar. Lo psicologo Ames Robey, che esamina De Salvo in carcere, conclude che l’uomo ha due caratteristiche particolari: ha un’incredibile memoria per i dettagli e ha un’importante sindrome narcisistica, per cui deve essere al centro delle attenzioni.
Detenzione e morte
Nel febbraio 1967, DeSalvo riuscì a fuggire insieme a due altri detenuti dal manicomio criminale nel quale era rinchiuso, scatenando una caccia all’uomo che non si vedeva dai tempi di John Dillinger (rapinatore di banche che tra il 1930 e il 1934 fu molto ricercato dalla polizia statunitense in tutti gli stati).
Quando pochi giorni dopo venne ricatturato fu immediatamente trasferito al penitenziario di massima sicurezza di Walpole, dove 6 anni dopo venne rinvenuto cadavere pugnalato a morte nell’infermeria, ucciso da mano ignota. Oggi riposa nel Puritan Lawn Memorial Pbark di Peabody, Massachusetts.