Cronaca

Alberto Genovese può uscire dal carcere: accolta l’istanza

La Procura generale di Milano ha dato parere favorevole all’istanza di affidamento terapeutico in una comunità presentata dalla difesa di Alberto Genovese, l’ex imprenditore del web già condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni, per due casi di violenza sessuale su due modelle stordite con mix di droghe, che è tornato in carcere, dopo essere stato ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi, lo scorso 13 febbraio in esecuzione della pena definitiva.

Alberto Genovese può uscire dal carcere: accolta l’istanza

Nel pomeriggio di martedì 23 maggio si è tenuta, davanti ai giudici della Sorveglianza (presidente Cossia, relatore Luerti e due esperti), l’udienza per discutere l’istanza della difesa dell’ex fondatore di start up digitali. Da quanto si è saputo, la pena residua, tolto il cosiddetto pre-sofferto, che Genovese deve ancora scontare è inferiore ai 4 anni e ha già scontato anche, in sostanza, la parte di pena che copre le imputazioni di violenza sessuale, reato ostativo alla misura alternativa al carcere. L’affidamento terapeutico, poi, si può richiedere quando la pena residua non supera i 6 anni.

Tutte condizioni, dunque, che hanno portato anche la Procura generale (col sostituto pg Giuseppe De Benedetto) a dare parere favorevole alla richiesta della difesa. I giudici decideranno nei prossimi giorni.
Genovese, che da alcune settimane è assistito da nuovi legali, gli avvocati Salvatore Scuto e Antonella Calcaterra, era stato a San Vittore dal novembre 2020, quando era stato arrestato, fino a fine luglio 2021, quando era passato ai domiciliari in una comunità per disintossicarsi. Era tornato in carcere lo scorso febbraio per l’esecuzione della pena definitiva, che gli era stata ridotta perché aveva rinunciato a presentare appello dopo la condanna in abbreviato, sulla base delle nuove norme della riforma Cartabia.

L’udienza

L’udienza per lui si è tenuta nel pomeriggio nell’aula del piano terra del Palazzo di Giustizia milanese, dove si tengono le udienze della Sorveglianza, ma il suo nome non era stato indicato tra le udienze previste per oggi.

Genovese rischia il processo pure per un secondo filone di indagini nel quale è accusato di altre due violenze con lo stesso schema, di intralcio alla giustizia e di detenzione di materiale pedopornografico. Su questa tranche di indagini, già chiuse, si va verso la richiesta di rinvio a giudizio per lui, per la sua ex fidanzata e per l’ex braccio destro dell’imprenditore, Daniele Leali.

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