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Alberto Sordi il re della commedia all’italiana, la vita e la carriera di un grande interprete del cinema

Alberto Sordi, è stato uno dei più grandi e iconici attori italiani ripercorriamo la vita di uno dei più grandi attori ed interpreti del cinema italiano. Con oltre 200 film alle spalle, lavorò anche come regista, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore.
Alberto è considerato un grande interprete della commedia all’italiana, insieme a Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni.

Alberto Sordi, la vita del re della commedia all’italiana

Alberto Sordi nasce a Roma, nel cuore di Trastevere, il 15 giugno 1920. Il padre, Pietro Sordi era un direttore d’orchestra e concertista presso il teatro dell’opera di Roma, mentre la madre, Maria Righetti, era una maestra. Aveva 4 fratelli: Savina (1911 – 1972), Giuseppe (1915 – 1990), Aurelia (1917 – 2014), mentre il terzogenito, anch’egli di nome Alberto, era morto il 24 maggio 1916 dopo pochi giorni di vita.



Trascorse parte della sua infanzia nella cittadina di Valmontone, già dalle elementari, iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette.

Incominciò come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina diretto da don Lorenzo Perosi, fino alla precoce trasformazione della voce in basso, che diventerà, successivamente, una delle sue caratteristiche distintive. Al liceo studiò canto lirico e si esibì in vari spettacoli.

Nel 1936 incise un disco di fiabe per bambini per la casa discografica Fonit e con il ricavato partì per Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione all’Accademia dei filodrammatici.

Per frequentare questo corso dovette abbandonare gli studi all’Istituto di Avviamento Commerciale Giulio Romano di Trastevere, ma per fare contenta la madre prenderà il diploma da privatista pochi anni più tardi.

Alberto Sordi: l’esordio e la carriera

La sua avventura artistica è cominciata come comparsa, doppiatore e presentatore di alcuni programmi radiofonici popolari.

Nel 1937 venne preso come comparsa a Cinecittà: interpretò un soldato romano nel film kolossal Scipione l’Africano; nello stesso anno vinse un concorso per doppiare la voce di Ollio, alias Oliver Hardy.

Oltre a numerosi attori americani, diede la sua voce anche a Marcello Mastroianni nel film Domenica d’agosto (1950).

Tra il 1946 e il 1953 lavorò nell’ambiente radiofonico e fu proprio da qui che cominciò a ottenere una certa notorietà.

Furono di questo periodo le partecipazioni ad alcuni programmi diretti dal presentatore Corrado Mantoni: Oplà (1947), Vi parla Alberto Sordi (1948-1950) e Rosso e nero (1951).

Grazie alla sua satira I compagnucci della parrocchietta, ispirata agli ambienti dell’Azione Cattolica, venne notato da Vittorio De Sica che gli propose la trasposizione cinematografica in Mamma mia, che impressione! (1951). L’ultima esperienza radiofonica, prima del suo ingresso nel cinema, fu Il teatrino di Alberto Sordi (1952-53).



Alberto Sordi nel teatro di rivista

Nel 1940 nonostante la chiamata alle armi (prestò servizio presso la banda musicale presidiaria dell’81º Reggimento fanteria “Torino”) ebbe comunque il tempo di esibirsi al teatro: Tutto l’oro del mondo (1941) con la compagnia di Guido Fineschi e Maria Donati, Teatro della caricatura (1942), Ritorna Za-Bum (1943) e Sai che ti dico? (1944) entrambe scritte da Marcello Marchesi e dirette da Mario Mattoli, la rivista musicale Un mondo di armonie di Alberto Semprini (1944), Imputati… alziamoci! di Michele Galdieri (1945), Soffia so… di Garinei & Giovannini (1946), E lui dice… di Benecoste, diretto da Oreste Biancoli e Adolfo Celi (1947) e infine, nella stagione 1952-1953, avvenne la sua ultima apparizione sul palcoscenico con Gran baraonda.



Alberto Sordi: dalle prime esperienze cinematografiche alla popolarità

Nel cinema, per oltre dieci anni, interpretò ruoli minori in una ventina di film, i più conosciuti erano: I 3 aquilotti di Mario Mattoli (1942), L’innocente Casimiro di Carlo Campogalliani (1945), Che tempi! di Giorgio Bianchi (1948), Lo scocciatore (Via Padova 46) di Giorgio Bianchi (1953).

Tra il 1953 e il 1955, avvenne il salto di qualità, finalmente Alberto Sordi raggiunge il grande schermo a fianco di un grande maestro del cinema Federico Fellini.

Quest’ultimo, infatti, lo sceglie per interpretare Lo sceicco bianco, nel 1952, ma maggior riscontro ebbe il suo ruolo nel film I vitelloni, del 1953.

Qui l’attore inventa una caratterizzazione che diverrà protagonista di molti suoi film: un tipo petulante, malizioso ed ingenuo allo stesso tempo. Ed è proprio grazie a questo film che nel ’54 vince il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista.



Successivamente, venne chiamato dal regista Stefano Vanzina nei film: Un giorno in pretura (1953), Un americano a Roma (1954) e Piccola posta (1955), dove prese forma il personaggio del giovane italiano medio qualunquista e scansafatiche.



Malgrado ciò, l’attenzione per il teatro non viene meno e continua i suoi spettacoli a fianco di Wanda Osiris, Garinei e Giovannini (coppia di commediografi e registi teatrali).

La svolta degli anni ’60: Alberto Sordi e la commedia italiana

Numerosi sono i film e le sue svariate interpretazioni, darà vita ad una serie di ritratti negativi dell’italiano medio, con l’intento di tratteggiare i difetti più tipici ed evidenti, a volte sottolineati con fare benevolo e altre volte, invece, sviluppati attraverso una satira feroce.



Nel 1969 fu membro del VI Festival cinematografico internazionale di Mosca.

Filmografia degli anni ’70

Filmografia finale: anni ’80-’90

Alberto Sordi come registra


Premi e riconoscimenti cinematografici

Mostra del cinema di Venezia

Festival di Berlino

Festival cinematografico internazionale di Mosca

Premio Golden Globe

Premio BAFTA

Chicago International Film Festival

Festival Internazionale del Cinema di Acapulco

Premio Vittorio De Sica

Art Film Festival

Taormina film fest

Giffoni Film Festival

Premio Flaiano

Gran Premio Internazionale dello Spettacolo

David di Donatello

Nastro d’argento

Globo d’oro

Grolla d’oro

Una vita per il cinema

Leggio d’oro

Alberto Sordi, curiosità e vita privata

Alberto Sordi visse sempre a Roma, insieme alle sorelle e al fratello, suo amministratore, e con la segretaria Annunziata Sgreccia,che dalla sua morte sovrintese per un certo periodo al suo archivio personale.

Aveva posseduto, inoltre, un paio di appartamenti a Parigi e vari terreni a Roma, uno dei quali, in località Trigoria, ne donò una parte per la costruzione dell’Università Campus Bio-Medico e una parte al Centro per la Salute dell’Anziano, struttura voluta dall’attore per l’assistenza medica e la ricerca applicata alle patologie della terza età.

A dispetto della sua immagine pubblica, poco si conosce della sua vita privata. Sordi era un cattolico praticante, non ebbe figli e non si sposò mai.

Alla ricorrente domanda sul perché non fosse mai convolato a nozze, soleva rispondere: “Che mi metto un’estranea in casa?”; ma tralasciando la sua risposta goliardica, il vero motivo era che l’assoluta dedizione al suo mestiere non gli avrebbe mai consentito di dedicare del tempo necessario a una famiglia.

Numerose però sono state le relazioni attribuitegli : Patrizia De Blanck, Shirley MacLaine, Uta Franzmair e con la principessa Soraya Esfandiary Bakhtiari. L’unico rapporto sentimentale accertato fu quello avuto con Andreina Pagnani, più anziana di lui, conosciuta durante  il doppiaggio de Il giardino di Allah (1941), la relazione durò 9 anni.

Alberto Sordi: gli ultimi anni e la morte

Sordi si ammalò di tumore ai polmoni nel 2001 e da allora le sue uscite diminuirono. Una delle sue ultime apparizioni televisive risale al 18 dicembre 2001, nel programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa.

Nel 2002 ricevette due lauree honoris causa, una a marzo dalla IULM di Milano e una il mese successivo dall’Università di Salerno, presenziando a entrambe le cerimonie. Partecipò ancora nel luglio di quell’anno al programma Italiani nel mondo presentato da Pippo Baudo.

Il 17 dicembre 2002 avrebbe dovuto partecipare a una serata in suo onore in un teatro romano ma dovette rinunciare per l’aggravarsi delle sue condizioni, limitandosi a comparire in un filmato girato nel suo studio, fu questa la sua ultima apparizione in video.

Alberto Sordi morì a causa della polmonite e della bronchite, la sera del 24 febbraio 2003 all’età di 82 anni, nella sua casa. La salma, sottoposta a imbalsamazione, venne inserita nella sala delle armi del Campidoglio, dove per due giorni ricevette l’omaggio ininterrotto di una folla immensa.

Il 27 febbraio si svolsero i funerali solenni nella Basilica di San Giovanni in Laterano alla presenza di oltre 250.000 persone e seppellito nella tomba di famiglia, presso il cimitero monumentale del Verano.

L’epitaffio sulla lapide recita: Sor Marchese, è l’ora, battuta ripresa da uno dei suoi film più celebri, Il marchese del Grillo.



 

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