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Alessandra Amoroso e Matilde Gioli, il monologo per i lavoratori dello spettacolo: «Questo applauso è per voi»

Alessandra Amoroso e Matilde Gioli, il monologo per i lavoratori dello spettacolo a Sanremo 2021: «Adesso che il mondo si è fermato». La cantante salentina e l’attrice hanno recitato un monologo dedicato ai lavoratori dello spettacolo, in difficoltà a causa della crisi generata dalla pandemia. «Il nostro lavoro – dice l’Amoroso – ha bisogno di donne e uomini che giorno per giorno ti permettono di fare quello che ami, di essere quello che sei… Dei professionisti che diventano una seconda famiglia».

Alessandra Amoroso e Matilde Gioli, monologo per i lavoratori dello spettacolo

Alessandra Amoroso: mi chiamo Alessandra e nella vita faccio la cantante…

Matilde Gioli: mi chiamo Matilde e nella vita faccio l’attrice…

Alessandra: siamo due donne che hanno avuto la grande fortuna di realizzare i propri sogni e oggi ci troviamo insieme a parlare da questa platea vuota simbolo di un presente inaspettato.

Matilde: un tempo difficile in cui troppe donne e troppi uomini soffrono, troppi abbracci sono negati, troppe persone sono diventate invisibili, troppi affetti sono andati via per sempre. E in cui ognuno di noi, ogni giorno ha paura…

Alessandra: Paura di non farcela, di non tornare ad avere la vita di prima, di perdere tutto quello per cui si era lottato, studiato, lavorato. Per questo noi come voi, vorremmo provare a tornare a sognare

Matilde: Noi abbiamo avuto la grande fortuna di realizzare i nostri sogni… ma un sogno come il nostro ha bisogno del battito di altri cuori, vive del respiro di altri polmoni, delle braccia e delle mani di altre persone che con la loro passione e la loro professionalità rendono questi sogni un mestiere…

Ale: il nostro lavoro ha bisogno di donne e uomini che giorno per giorno ti permettono di fare quello che ami, di essere quello che sei…dei professionisti che diventano una seconda famiglia, io la chiamo la MIA BIG FAMILY, le persone con cui viaggiamo, con cui condividiamo successi e fallimenti , con cui ci scambiamo momenti di vita, conosciamo i loro figli, le loro storie, come loro conoscono la nostre.

Matilde: E adesso che tutto è sospeso, che il mondo si è fermato, che le platee sono vuote, le loro vite ancor più delle nostre, sono sospese in attesa di una ripartenza difficile da immaginare o di un aiuto che non è mai arrivato

Ale: questi professionisti però non possono più permettersi di aspettare e così si sono dovuti reinventare in un nuovo lavoro o nel peggiore dei casi sono rimasti senza nulla nella “disperata speranza” di recuperare la loro dignità

Alessandra e Matilde salgono sul palco, totale del palco con in penombra dieci lavoratori dello spettacolo in piedi

Matilde: Loro sono quelli che restano nell’ombra quando si accendono le luci sul palco.

Alessandra: Ma ora che le luci di tanti palchi sono spente, noi stasera abbiamo il privilegio di stare su un palco acceso

Matilde: E loro sono i professionisti che oggi, grazie a Sanremo, consideriamo “fortunati”, perché stanno lavorando.

Alessandra: Ma il lavoro deve essere un diritto di tutti, non un colpo di fortuna

Matilde: La loro presenza stasera vuole essere un simbolo per tutti gli altri lavoratori che ora sono a casa a guardarci

Alessandra: E che invece dovrebbero essere al loro posto, dietro le qunte di un palco acceso.

Questo applauso è per voi. L’applauso di tutti quelli che come me ricevono la luce dal vostro lavoro.

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