Alessandra Matteuzzi era terrorizzata da Giovanni Padovani, l’uomo che lei voleva lasciare e che per questo la perseguitava e che infine si è trasformato nel suo assassino. Lo si evince chiaramente dalla denuncia che la donna aveva presentato ai carabinieri contro l’ex, per segnalarne gli atteggiamenti di stalking sempre più pesanti nei suoi confronti.
Alessandra Matteuzzi terrorizzata da Padovani: cos’è emerso
“Tutte le volte che ho accondisceso alle richieste di Padovani è stato per paura di scatenare la sua rabbia” aveva fatto mettere nero su bianco la donna nella denuncia sporta alle forze dell’ordine, spiegando i motivi che l’avevano spinta a non denunciare in precedenza i comportanti violenti dell’uomo descritti nella querela e che andavano avanti da tempo.
La prima denuncia della donna vittima di femminicidio risale al 29 luglio scorso, circa un anno dopo l’inizio della loro relazione, ma elenca una serie di atti intimidatori da parte dell’uomo che andavano avanti da tempo ed erano diventati via via sempre più intensi e pericolosi. “Una sera vedevo arrivare il Padovani. Nel vederlo sono stata presa dal panico, ma lui cercava di tranquillizzarmi dicendo che voleva parlare, quindi acconsentivo ad ascoltarlo e, al termine, acconsentivo a riprendere la nostra relazione” aveva spiegato la 56enne.
Giovanni Padovani, arrestato per l’omicidio
Del resto gli atteggiamenti di gelosia morbosa dell’uomo pare fossero iniziati molto presto con telefonate continue, appostamenti sotto casa e richieste continue da parte di lui di video e foto per mostrare il luogo in cui era la donna. Quando Alessandra aveva scoperto che lui era arrivato a piazzarle un’applicazione spia sul telefono, aveva deciso di interrompere i rapporti.
Alessandra Matteuzzi
Da allora lui avrebbe iniziato a perseguitarla i vari modi. Dalle ruote bucate alla luce del contatore staccato. “Il pensiero che lui potesse credere che la nostra relazione fosse finita per diversi tradimenti, tra l’altro mai avvenuti, aveva fatto insorgere in me uno stato di malessere” aveva spiegato la vittima nella denuncia, aggiungendo: “Alla luce di tutte le occasioni in cui è riuscito ad accedere al condominio dove abito ho sempre timore di ritrovarmelo davanti ogni volta che torno a casa, o quando apro le finestre”.
Una paura che purtroppo si è concretizzata lo scorso 23 agosto quando Giovanni Padovani ha raggiunto Alessandra Matteuzzi sotto casa, a Bologna, e l’ha uccisa picchiandola a morte.