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Alessia Neboso morta a 21 anni dopo un intervento al seno: “Falsificata la cartella clinica”, il chirurgo non era presente in sala operatoria

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Alessia Neboso

È stata falsificata la cartella clinica di Alessia Neboso, la ragazza di 21 anni morta a settembre del 2023 in seguito ad un intervento al seno eseguito presso la clinica Smeraglia a Gianturco, Napoli. Come è emerso dall’inchiesta il chirurgo Silvio Smeraglia non era presente in sala operatoria, nonostante nella scheda clinica fosse segnato il suo nome. La ragazza di 21 anni è deceduta per un’infezione di stafilococco che sarebbe stata contratta nel corso dell’intervento, per la non corretta sanificazione della struttura e degli attrezzi usati per l’operazione. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino. 

Alessia Neboso morta dopo intervento al seno: falsificata la cartella clinica

Il gip ha firmato il provvedimento di interdizione dalla professione medico sanitaria per il chirurgo Silvio Smeraglia e inoltre, il pm Giuseppe Tittaferrante (in forza alla Procura di Napoli) ha chiesto e ottenuto il sequestro della clinica Smeraglia a Gianturco a lui intestata.

Nell’inchiesta per la morte di Alessia Neboso dovranno difendersi dall’accusa di omicidio colposo – oltre il chirurgo Smeraglia non ha partecipato all’operazione – Veridiana Di Pietro, che ha materialmente effettuato l’intervento e l’anestesista Luigi Mascolo.

Stando ai consulenti della Procura, Alessia sarebbe deceduta per un’infezione di stafilococco che sarebbe stata contratta nel corso dell’intervento, per la non corretta sanificazione della struttura e degli attrezzi usati per l’operazione. Smeraglia e Di Pietro sono chiamati a difendersi anche dall’accusa di falso, in relazione a quanto scritto nella scheda operatoria.

La difesa

Assistito dal penalista Michele Sarno, il chirurgo Smeraglia si dice pronto a dimostrare la propria correttezza.“Pronti a produrre i documenti dell’avvenuta sterilizzazione della struttura. Il giorno dell’intervento c’è stata la sanificazione di strumenti clinici e locali. Ci sono le certificazioni” spiega l’avvocato Sarno.

“Smeraglia non ha mai partecipato all’operazione, non ha redatto il documento che attesta la sua presenza in sala operatoria. Un documento che il professor Smeraglia ha trasmesso agli inquirenti, in piena trasparenza e buona fede. Quando ha verificato l’insorgenza di un problema, si è recato in clinica, portando la ragazza presso una struttura adeguata e a lui conosciuta”, ha aggiunto.

 

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