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“Alessia Pifferi accusa il compagno della morte della figlia Diana”, la rivelazione di una detenuta

“Alessia Pifferi accusa il compagno della morte della figlia Diana. Dava molto a lui la colpa. E anche in questo ho visto il suo distaccamento con la realtà”: a rivelarlo è una ragazza che era in carcere in isolamento con la donna.

Alessia Pifferi accusa il compagno per la morte di Diana: la rivelazione

“Spesso cadeva su questo discorso, puntualizzava molto il fatto che se non fosse stato per il suo compagno sua figlia avrebbe potuto essere ancora viva. Dava molto a lui la colpa”: a rivelarlo ai microfoni di “Iceberg Lombardia” che andrà in onda stasera su Telelombardia è Sara, una ragazza che era detenuta proprio con la donna nel carcere di San Vittore.

L’incontro

La ragazza, ora agli arresti domiciliari, ha raccontato di aver passato molto tempo con Alessia: “Ero in una cella di isolamento, in compagnia di un’altra signora e davanti alla mia cella c’era un’altra donna da sola”.

Alessia Pifferi non avrebbe mai realizzato la situazione

Sara non avrebbe neppure riconosciuto la 37enne: “Un giorno ci siamo messe a parlare tra di noi e le abbiamo chiesto: “Ma tu perché sei qui? “. Lei un po’ a stento ci ha detto: “Sono la mamma di Diana, la bambina di 18 mesi che è morta”.

Poi le due iniziano a confidarsi. Racconta di una donna sofferente e che voleva restare isolata: “All’inizio soprattutto non voleva assolutamente scendere a camminare anche questa cosa mi ha fatto capire il suo malessere. L’ho vista lucida a metà. Si vedeva che aveva un distacco netto con la realtà, però allo stesso tempo si vedeva e si sentiva nelle sue parole che c’era tanto dispiacere. Era proprio una cosa che te ne accorgi a pelle. Che stava tirando fuori una batosta forte”.

Le accuse al compagno

Per quello che è accaduto avrebbe dato la colpa al compagno: “Puntualizzava molto il fatto che se non fosse stato per il suo compagno sua figlia avrebbe potuto essere ancora viva. Dava molto a lui la colpa. E anche in questo ho visto il suo distaccamento con la realtà. Lei quando ha visto che quest’uomo spariva e poi tornava, per non “scombussolare” la bambina ha deciso di non portarla con lei”.

Parole che hanno colpito molto Sara: “Mi ha colpito il fatto che non riuscisse a prendersi lei completamente la responsabilità. Una mente lucida non può credere questo, però lei ne è convinta. Mi ricordo questa frase che lei mi disse: “la mia bambina aveva 18 mesi, però era molto indipendente. Riusciva a mangiare da sola”. Come per dire, sì l’ho lasciata sola ma perché sapevo che poteva stare da sola”.

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