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Alessio Cremonini dichiara: ”Il mio film su Cucchi ha anticipato la giustizia”

Alessio Cremonini interviene dopo la sentenza della Corte di Cassazione per il processo di Stefano Cucchi

Dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato a 12 anni di reclusione due carabinieri per la morte di Stefano Cucchi, Alessio Cremonini, ha voluto dire la sua. Il regista del film Sulla mia pelle dedicato alla drammatica vicenda del ragazzo morto, interpretata da Alessandro Borghi nel ruolo del protagonista, Jasmine Trinca e Max Tortora, fatto delle importanti dichiarazioni.

Alessio Cremonini: le sue parole dopo la sentenza su Cucchi

”Come la grande maggioranza degli italiani, forse meno fra chi sedeva in Parlamento”, afferma il regista Cremonini, ”sono soddisfatto di sapere che dopo ben 13 anni la giustizia sia arrivata alle conclusioni che un po’ tutti già immaginavamo: una grande vittoria, ma inquietante per il tempo occorso per arrivarci, direi quasi allucinante”.

Eppure, osserva Cremonini, ”nessuno sano di mente poteva credere che Stefano fosse morto cadendo per le scale… In tanti, quasi tutti, eravamo arrivati prima alle giuste conclusioni! In tal senso, è bello quando anche il cinema riesce a non restare seduto sugli spalti, mentre purtroppo riesce talora a essere persino più lento della giustizia italiana… Ma in questo caso anche il cinema è sceso in campo entrando nei tempi giusti per giocare la sua piccola partita, assieme alla famiglia Cucchi, ai legali, al mondo del giornalismo, ai blogger”.

La scelta di Borghi per interpretare Cucchi

Alla domanda sul perché ha scelto proprio Alessandro Borghi per interpretare Stefano Cucchi ha dichiarato: ”Perché era diverso fisicamente, lontano da lui. A parte ovviamente il talento artistico di Alessandro, volevo un attore che non gli somigliasse, era il caso Cucchi che volevamo portare sul grande schermo, non solo il suo volto ma la sua voce, il suo corpo e la sua anima; non a caso il titolo scelto è stato Sulla mia pelle, a sottolineare come la verità fosse già visibile e le prove fossero scritte nell’epidermide di Stefano Cucchi”. 

 

 

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