Il legale di Alfredo Cospito è intervenuto davanti alla Corte Costituzionale, affermando che la pena fissa “è stata dichiarata indiziata di incostituzionalità perché non consente di parametrare la pena all’offesa”. La Consulta deve pronunciarsi proprio sulla costituzionalità dell’articolo 69 del codice penale, che per il reato di strage politica impedisce sconti di pena nei casi di recidiva aggravata, come quello dell’anarchico che rischia di veder innalzare all’ergastolo la condanna a 20 anni.
Il 2 giugno del 2006 nei cassonetti dei rifiuti vennero collocati due dispositivi ad alto potenziale esplosivo nei pressi di uno degli ingressi della Scuola di Fossano, non ci furono né morti né feriti. Proprio in considerazione dei limitati danni prodotti dagli ordigni, secondo la Corte d’assise d’appello di Torino si dovrebbe riconoscere l’attenuante per i fatti di lievi entità, che ridurrebbe la pena di un terzo. Ma per Cospito, che per quell’attentato risponde di strage politica, punita con l’ergastolo, c’è un ostacolo insormontabile: è stato dichiarato recidivo reiterato e l’articolo 69 del codice penale impedisce che in un caso come il suo si possa applicare lo sconto di pena.
Cospito, al via udienza in Consulta
Ed è per questo che i giudici di Torino hanno chiesto alla Consulta di pronunciarsi sulla costituzionalità della norma che appare contraria al principio della proporzionalità della pena e della rieducazione del condannato. “Il mio assistito ha visto transitare la pena da 15 anni alla pena fissa dell’ergastolo” ha messo in evidenza l’avvocato Flavio Rossi.
C’è un equivoco di fondo da parte della Corte di Torino: l’affermazione che laddove non ci sono morti la strage è di lieve entità. E’ come dire che la strage per fini politici deve richiedere un pericolo concreto e quindi la morte delle persone. Ma così siamo fuori dalla norma”, ha osservato Zerman. Non solo: se si procedesse su questa via si aprirebbe una breccia per tutti i reati di pericolo, con conseguenze su altri reati gravi come l’associazione mafiosa. Ma al di là di questo è proprio la natura del reato contestato a Cospito, strage politica, a impedire per l’avvocatura dello Stato l’applicazione dell’attenuante. Fa parte dei “reati più gravi ” e non punisce la condotta di un pazzo, ma di chi vuole attentare alla sicurezza dello Stato. “E l’anarchico è colui che non agisce mai isolato, dietro c’è un’ideologia, basata sull’idea che la violenza possa vincere”.
L’ultima chance della Consulta, ma il pronostico è incerto
“Domani avrò un colloquio con lui, speriamo di avere già la decisione della Consulta, così da poterci orientare alla comprensione di che cosa fare ora”. Lo ha detto l’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dell’anarchico Alfredo Cospito, all’uscita dalla Corte costituzionale. Quanto alle condizioni del suo assistito “non si alimenta con pasta, pesce e carne, da 180 giorni. Non avremmo mai pensato che sarebbe giunto vivo al 18 aprile. Ma ha perso la capacità di deambulare, non muove più un piede e ha perso 50 chili di peso”.