Alloggi e rischio terremoti in provincia di Salerno: sono oltre 141mila gli edifici costruiti prima del 1980. Un dato che evidenzia come la drammatica lezione del terremoto di quasi 45 anni fa sia stata in gran parte dimenticata. Nel Capoluogo otto abitazioni su 10 risalgono a quella data, seguite dalle due Nocera e Mercato San Severino. Ecco la mappa dei Comuni.
Alloggi e rischio terremoti in provincia di Salerno, i dati
Secondo quanto riporta Il Mattino, in provincia di Salerno, si contano poco più di 141mila edifici realizzati prima del 1980, un dato che evidenzia come la drammatica lezione del terremoto di quasi 45 anni fa sia stata in gran parte dimenticata. Le statistiche sulla situazione attuale provengono dalla “mappa dei rischi” dell’Istat, disponibile per ciascun comune. Dalla mappatura risulta che nel salernitano il 68,69% degli edifici è stato costruito prima del 1980, il 29% tra il 1981 e il 2005, e solo il 2,29% dopo il 2005. Di questi edifici, il 44% è in muratura portante (la tipologia più vulnerabile sismicamente), il 40% in calcestruzzo armato e il 14% con altri materiali come acciaio e legno. Numeri in linea con la media regionale che confermano le preoccupazioni sollevate da numerose associazioni di settore, le quali in passato hanno sottolineato l’urgenza di adottare misure per garantire la sicurezza degli edifici, evitando di operare esclusivamente in situazioni di emergenza.
Lo scenario
Analizzando i dati dei vari Comuni, si nota che l’unica area a registrare un miglioramento della media è quella classificata come «zona 1» nella classificazione sismica, ovvero i centri in cui il rischio di forti terremoti è molto elevato. I 18 Comuni che appartengono a questa zona, infatti, si trovano nel cratere del terremoto del 1980 e, a causa dei gravi danni strutturali subiti, hanno intrapreso interventi di adeguamento sismico o la costruzione ex novo di complessi residenziali più sicuri. In quest’area, gli edifici realizzati prima del 1980 ammontano a circa 11.155, corrispondenti al 56,1%, mentre quelli costruiti dopo il 1980 sono 8.747, pari al 43,9% (quasi 15 punti percentuali in più rispetto alla media provinciale).
Ecco alcuni esempi: Ricigliano, uno dei centri più colpiti nel 1980, ha visto il 95% delle sue abitazioni costruite tra il 1981 e il 2005. Seguono Romagnano al Monte con il 92%, Laviano, uno dei Comuni maggiormente danneggiati dal terremoto di 45 anni fa, con il 91,94%, e San Gregorio Magno con l’89%. Valva e Colliano si attestano all’82%, mentre Castelnuovo di Conza raggiunge il 73%. Tuttavia, non tutti i Comuni hanno mostrato lo stesso impegno: in fondo alla classifica troviamo località che, oltre al terremoto dell’80, hanno una lunga storia di eventi sismici. Ultimo in graduatoria è Padula, con solo il 15,45% di edifici costruiti dopo il 1981, seguito da Polla con il 19,68% e Sala Consilina con il 23,06%. Anche Montesano sulla Marcellana (25,74%), Caggiano (29,34%), Buonabitacolo (31,16%) e Atena Lucana (34,84%) non si comportano bene.
Allontanandoci dall’area del cratere, la situazione non mostra segni di miglioramento, come dimostrano i dati: nelle zone 2 e 3 della classificazione sismica, che comprendono 140 Comuni, il 75% degli edifici è stato costruito prima del 1980, mentre la percentuale di quelli realizzati dopo il 1981 scende al 25%.
Il dettaglio
Per avere un’idea chiara, è sufficiente esaminare l’elenco dei Comuni “particolarmente danneggiati” redatto dal Governo nell’aprile del 1981, che offre informazioni significative riguardo alla storicità e alla pericolosità sismica. In questa lista figurano tutti i centri più popolosi della provincia, a partire da Salerno, dove l’80,47% degli edifici (5340 su 6637 totali) è stato costruito prima del 1980.
La situazione è critica anche a Nocera Superiore, dove l’85% degli edifici è stato costruito prima del 1980 e il 14% dal 1981 a oggi. Nocera Inferiore presenta un quadro simile, con l’81,86% degli edifici realizzati prima del terremoto del 1980 e il 18% successivamente. Mercato San Severino segue con il 79,87% di abitazioni costruite prima del sisma di 45 anni fa. Pagani si attesta al 71,41% di edifici realizzati prima del 1980 e al 28% dopo il 1981. Castel San Giorgio mostra una situazione leggermente migliore, con il 69,95% di costruzioni antecedenti al 1980 e il 30,68% di edifici eretti dopo il 1981. Spostandoci di qualche chilometro, troviamo risultati più positivi a Baronissi (55,79% fino al 1980 e 44% dopo il 1981), Eboli (62,2% di edifici pre-1980 e 37,8% post 1981) e Pontecagnano Faiano (57,75% di costruzioni realizzate prima del 1980 e 42,2% dopo il 1981).
La zona 2
Nella zona 2, caratterizzata da un’alta probabilità di forti terremoti, si trova anche Battipaglia, dove il 68,7% degli edifici è stato costruito prima del 1980, mentre solo il 31% delle abitazioni è stato realizzato dopo il 1981. Si tratta di una situazione complessa che invita a riflettere e a prendere decisioni informate, per evitare di trovarsi, oggi come tra un secolo, a dover affrontare l’ennesima emergenza.