Cronaca

Alluvione a Catania, ospedale Garibaldi distrutto dall’acqua: dichiarato lo stato di emergenza

Catania si è svegliata stravolta dopo l’alluvione che l’ha colpita nella giornata di ieri, martedì 26 ottobre. L’ospedale Garibaldi, inaugurato nel 2004, è inaccessibile a causa del fango lo ha reso inagibile. Le vittime accertate sono, per il momento, due. Si tratta di un’uomo di Scordia (ma resta dispersa sua moglie) e l’uomo annegato ieri, sotto la furia dell’acqua, a Gravina di Catania.

Maltempo a Catania: dichiarato lo stato di emergenza

Il governo regionale guidato da Nello Musumeci ha deliberato lo stato di emergenza e ha chiesto al governo centrale di Roma di dichiarare subito lo stato di calamità naturale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel frattempo, ha telefonato al sindaco di Catania per esprimergli la sua solidarietà e la vicinanza del popolo italiano ai catanesi.

Oggi, nel capoluogo etneo, c’era il capo della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, impegnato in una ricognizione sul territorio. Il sindaco etneo Salvo Pogliese, viste le previsioni nerissime per domani e il fine settimana, ha stabilito di chiudere scuole, uffici pubblici ed esercizi commerciali non essenziali fino al 29 ottobre. I meteorologi parlano di un sensibile peggioramento della situazione, aggravato da forti venti. Ancora una volta pioverà su quello che è già distrutto.

La disperazione dei cittadini

I più in difficoltà sembrano, come sempre, gli abitanti del Villaggio Santa Maria Goretti, a poche decine di metri dall’aeroporto Vincenzo Bellini di Fontanarossa. Adesso sono rimasti il fango e la paura che col nuovo maltempo la situazione si replichi. “Siamo stanchi”, dicono i cittadini. E puntano il dito contro la mancata pulizia dei canali di scolo e del torrente che cinturano l’intero quartiere. “Gli interventi sono stati fatti“, replica l’assessore all’Ambiente del Comune di Catania Fabio Cantarella. “I detriti sono finiti lì arrivando da monte”, continua. Ma i canneti sembrano ben radicati sul posto. “Questo è un problema infrastrutturale – prosegue – Il canale di gronda deve essere finito, deve intercettare le acque meteoriche a monte“. L’opera è incompiuta da decenni.


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