Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica, è stato scarcerato ed espulso dall’Italia. L’uomo, accusato di crimini di guerra, era stato arrestato domenica a Torino su mandato della Corte penale internazionale dell’Aja. Tuttavia, l’arresto non è stato convalidato e Almasri è stato espulso, lasciando ancora alcuni aspetti della vicenda da chiarire.
Almasri, il capo della Polizia Giudiziaria libica scarcerato
Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri, è stato liberato dalla polizia italiana dopo il suo arresto avvenuto domenica sera a Torino, su richiesta della Corte penale internazionale dell’Aja. Le ragioni del suo rilascio rimangono poco chiare, nonostante le accuse di crimini di guerra a suo carico. La notizia è stata confermata anche dal ministero dell’Interno, che però non ha fornito ulteriori dettagli.
L’arresto
L’arresto di Almasri non è stato convalidato dall’autorità giudiziaria, e su disposizione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è stato espulso. L’uomo ha già lasciato l’Italia per tornare in Libia con un volo. Cosa è accaduto? Secondo le agenzie di stampa, la sua scarcerazione sarebbe dovuta a una violazione delle procedure. L’arresto è stato considerato irregolare poiché non è avvenuta la necessaria comunicazione preliminare al ministero, richiesta in situazioni simili. Questo errore procedurale ha portato la Corte di Appello di Roma a emettere un’ordinanza per la sua immediata liberazione.
Negli ultimi anni, Almasri ha ricoperto ruoli di grande importanza nella polizia giudiziaria del governo che governa Tripoli. È un alto funzionario della milizia libica che ha mantenuto il controllo del paese sin dall’inizio della guerra civile. Nel 2016, è stato nominato a capo della polizia giudiziaria nella nota prigione di Mitiga, tristemente famosa per le violenze quotidiane e le violazioni dei diritti umani, come evidenziato in un rapporto del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Negli anni successivi, Almasri ha gestito anche altre carceri sotto il controllo del governo, guadagnandosi nel tempo vari soprannomi poco lusinghieri, tra cui “il torturatore di migranti”.
La dichiarazione di Nordio e le reazioni
Prima della liberazione di Almasri, il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva annunciato di essere in fase di valutazione riguardo all’invio degli atti al procuratore generale di Roma. “È giunta la richiesta di arresto da parte della Corte Penale Internazionale per il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish. Considerando la complessità della documentazione – si legge in una nota del ministero di via Arenula – il Ministro sta esaminando la possibilità di trasmettere formalmente la richiesta della CPI al Procuratore generale di Roma, in conformità con l’articolo 4 della legge 237 del 2012”.
Una dichiarazione che ha suscitato una pronta reazione da parte di Avs. “Abbiamo appena appreso dalle agenzie di stampa che il ministro della Giustizia ‘sta valutando la trasmissione formale della richiesta della Corte Penale Internazionale al Procuratore Generale di Roma ai sensi dell’art. 4 della legge 237/2012’. Siamo sinceramente sorpresi dall’espressione ‘sta valutando’”, ha commentato Fratoianni. “In realtà, l’articolo 4 citato nella nota del ministero afferma chiaramente che ‘il ministro della Giustizia dà seguito alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale, trasmettendole al procuratore generale presso la corte d’appello di Roma affinché vengano eseguite’. Pertanto, c’è ben poco da valutare. Ci aspettiamo dal ministero della Giustizia dichiarazioni chiare e inequivocabili – ha insistito il leader di Avs – che eliminino ogni possibile dubbio sul fatto che la giustizia debba seguire il suo corso nei confronti di un trafficante di esseri umani”.
Schlein: “Giorgia Meloni libera i trafficanti di esseri umani”
La segretaria del PD, Elly Schlein, ha subito reagito: “Giorgia Meloni aveva intenzione di perseguire i trafficanti di esseri umani a livello globale. Dopo l’arresto di un trafficante libico in Italia, invece di seguire le indicazioni della Corte penale internazionale, che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato in Libia senza conseguenze. Il governo deve chiarire immediatamente perché Almasri è stato rilasciato e lasciato andare.” Anche Pierfrancesco Majorino, responsabile delle Politiche migratorie nella segreteria nazionale del PD, ha chiesto spiegazioni: “Perché il capo della polizia giudiziaria libica, Almasri, arrestato sabato a Torino e accusato dalla Corte Penale Internazionale di crimini di guerra e contro la dignità umana, è stato rilasciato e rimandato in Libia? Questa è una situazione preoccupante, il governo deve fornire chiarimenti.”
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha definito la situazione “scandalosa”: “Una persona ricercata dalla Corte penale internazionale, l’organo supremo della giustizia internazionale, viene rimandata nel proprio paese dallo Stato che aveva l’obbligo di collaborare con quella Corte e che aveva contribuito alla sua creazione ospitando la conferenza istitutiva nel 1998. È davvero uno scandalo.”