Scienziati della UCLA hanno sviluppato la molecola DDL-920, che ha ripristinato la memoria nei topi affetti da Alzheimer aumentando le oscillazioni gamma nel cervello. I risultati, ottenuti attraverso test comportamentali, aprono nuove possibilità per trattamenti futuri, anche se sono necessarie ulteriori ricerche sugli esseri umani.
Alzheimer: un nuovo trattamento sperimentale che ripristina la memoria nei topi
Un nuovo studio condotto su modelli murini ha rivelato risultati promettenti per il trattamento dell’Alzheimer. Gli scienziati dell’Università della California, Los Angeles (UCLA) hanno sviluppato una molecola sperimentale, DDL-920, che ha dimostrato di migliorare significativamente la memoria e la funzione cognitiva nei topi affetti dalla malattia. La scoperta apre nuove prospettive per lo sviluppo di terapie innovative, offrendo una speranza per milioni di pazienti.
L’Alzheimer, una delle forme più comuni di demenza, colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Attualmente, i trattamenti disponibili riescono solo a rallentare il progresso della malattia, senza arrestare il declino cognitivo. Farmaci monoclonali recenti, mirati alle placche amiloidi, hanno mostrato un certo successo nel modificare il decorso della malattia, ma il loro utilizzo è limitato da gravi effetti collaterali. Per questo motivo, la ricerca continua a esplorare nuove strade.
Gli scienziati della UCLA hanno concentrato i loro sforzi sulle oscillazioni gamma nel cervello, onde cerebrali cruciali per la memoria e la funzione cognitiva. Hanno quindi sintetizzato DDL-920, una molecola che stimola i recettori responsabili di queste oscillazioni. I test condotti hanno evidenziato un aumento significativo delle oscillazioni gamma, accompagnato da un miglioramento della memoria nei topi trattati.
Tra i vari test, uno dei più significativi ha coinvolto un labirinto progettato per valutare l’apprendimento spaziale e la memoria. I topi trattati con DDL-920 hanno dimostrato di ricordare meglio e più velocemente rispetto ai gruppi di controllo. Questi risultati suggeriscono che la molecola potrebbe offrire un’efficace soluzione per ripristinare la memoria compromessa dalla malattia.
Nonostante i risultati promettenti, gli esperti avvertono che il passaggio dagli studi sui topi a quelli sugli esseri umani richiede ulteriori ricerche. Stefania Forner, PhD, dell’Alzheimer’s Association, ha sottolineato l’importanza di test clinici approfonditi per valutare l’efficacia e la sicurezza di DDL-920 negli esseri umani. Anche altri esperti, come il dottor Emer MacSweeney, hanno espresso ottimismo, pur ribadendo la necessità di ulteriori studi per confermare i risultati.
Gli scienziati suggeriscono che DDL-920 potrebbe essere combinato con i trattamenti esistenti per offrire un approccio più completo. A differenza dei farmaci monoclonali che agiscono sulle placche amiloidi, questa molecola mira direttamente all’attività neurale, potenziando la funzione cognitiva. La combinazione di diversi trattamenti potrebbe offrire un significativo miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da Alzheimer.