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Alzheimer: lo studio sull’incidenza e la diffusione della patologia

Le donne sono più a rischio degli uomini di ammalarsi di Alzheimer? Fino ad oggi, si pensava che la popolazione femminile fosse maggiormente esposta al rischio per via della maggiore longevità. La situazione, dati scientifici alla mano, sembra essere cambiata.

Alzheimer: incidenza e diffusione della patologia

L’Alzheimer è un malattia degenerativa profondamente invalidante e colpisce soprattutto dai 65 anni in su, ma esistono purtroppo anche numerosi casi di Alzheimer in età giovanile, che riguardano pazienti dai 30 ai 60. L’incidenza aumenta in ogni caso con l’avanzare dell’età.

Grazie a due studi scientifici, presentati durante i lavori dell’Alzheimer’s Association International Conference, che si è svolta dal 14 al 18 luglio 2019 a Los Angeles, è stato individuata un’altra possibile causa per cui le donne risultano più a rischio di essere affette dal morbo di Alzheimer.

Le scoperte scientifiche più recenti

La prima delle due ricerche, portata avanti da un’equipe scientifica della Vanderbilt University di Nashville, si è concentrata in particolare sugli effetti della cosiddetta proteina tau che, assieme alla proteina amiloide, ricopre un ruolo fondamentale nella coesione dei microtubuli cerebrali e nella formazione di veri e propri grovigli tossici.

Gli studiosi hanno analizzato un gran numero di risonanze magnetiche, fornite dal database ANDI (Alzheimer Disease Neuroimaging Initiative), notando la diversa diffusione della proteina tau nel cervello a seconda del genere di pazienti.

Le donne

Nel caso delle donne, la distribuzione della proteina risulta più veloce, con conseguenze deleterie per l’integrità delle cellule cerebrali. Per ottenere questi risultati, i ricercatori hanno costruito delle reti in vivo, simulando la diffusione della proteina tau grazie al ricorso alla teoria dei grafi.

Una questione genetica

Il secondo studio, portati avanti da un’equipe scientifica dell’Università di Miami, si è concentrato sul ruolo di alcuni geni, presenti nei pazienti di ambo i sessi, che potrebbero avere una correlazione con il maggior rischio di ammalarsi di Alzheimer.

Brian Kunkle, principale firmatario della ricerca, ha affermato che l’aspetto genetico potrebbe avere un ruolo fondamentale nella differenze riguardanti il rischio di andare incontro al morbo di Alzheimer, sia negli uomini sia nelle donne.

La necessità di ulteriori studi per comprendere la patologia

La ricerca scientifica, oggi, non è in grado di capire se le informazioni estrapolate dai diversi studi in merito potranno essere utilizzate per identificare in maniera chiara i soggetti più a rischio. Per questo motivo, sono necessari ulteriori studi e ricerche su questa patologia.

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