Amputate gambe e sette dita delle mani: un uomo di 56 anni, volontario della Croce Verde, ha chiesto un risarcimento da 2,5 milioni di euro a Padova: “Infettato in ospedale”. I fatti risalgono al 30 ottobre 2022, quando un uomo di 56 anni si è presentato in ospedale lamentando un intenso dolore al collo, alla scapola e al braccio. Dopo la visita, è stato dimesso con una diagnosi di cervicobrachialgia.
Amputate gambe e sette dita delle mani, chiesto risarcimento a Padova
Un uomo di 56 anni, volontario della Croce Verde, è stato ricoverato nel 2022 presso il Pronto Soccorso dell’Università di Padova a causa di un aneurisma. A seguito di complicazioni, ha subito l’amputazione delle gambe e di sette dita delle mani. Il 56enne sostiene che tali amputazioni siano state causate da un’infezione contratta durante il ricovero e, tramite il suo legale, ha richiesto un risarcimento di 2,5 milioni di euro, ma la sua richiesta è stata respinta. Ora la questione sarà esaminata in un’aula del Tribunale Civile.
Cosa è successo
Secondo quanto riportato dal Gazzettino, i fatti risalgono al 30 ottobre 2022, quando un uomo di 56 anni si è presentato in ospedale lamentando un intenso dolore al collo, alla scapola e al braccio. Dopo la visita, è stato dimesso con una diagnosi di cervicobrachialgia. Tuttavia, il 10 novembre, il paziente è tornato al Pronto soccorso a causa di un’ipertensione arteriosa. A seguito di alcuni accertamenti, i medici hanno scoperto un aneurisma cerebrale e hanno deciso di ricoverarlo in Neurochirurgia per un intervento. L’operazione sembrava essere andata a buon fine. Nella stessa notte, il 56enne è stato estubato e non ha mostrato alcuna reazione avversa. Tuttavia, in meno di 48 ore, le sue condizioni sono peggiorate drasticamente.
Il 13 novembre, i medici hanno dovuto eseguire un secondo intervento di craniectomia per affrontare i danni provocati dall’aneurisma. Subito dopo, il 56enne è stato trasferito nel reparto di Terapia Intensiva, da cui è stato dimesso tre mesi dopo, il 13 febbraio 2023, senza le gambe e con la perdita di sette dita delle mani, tutte quelle della sinistra e due della destra.
Nella mattinata di ieri, venerdì 22 novembre, l’avvocato del paziente, Carlo Bermone, ha cercato di avviare una mediazione con l’Azienda ospedaliera, rappresentata dal collega Lorenzo Locatelli. Tuttavia, l’ospedale non si considera responsabile per quanto accaduto e ora la questione, come riportato dal quotidiano, sarà discussa in un’aula del Tribunale Civile.