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Il 22 novembre del 1869 nasce André Gide, leggendario scrittore alla continua ricerca dell’onestà intellettuale

Poche altre personalità della letteratura europea hanno potuto, al pari di André Gide, costituire un punto di riferimento ed influenzare più generazioni

André Gide è stato uno scrittore francese, premio Nobel per la letteratura nel 1947. I temi centrali dell’opera e della vita di questo straordinario scrittore sono stati affermare la libertà, allontanarsi dai vincoli morali e puritani, ricercare l’onestà intellettuale che permette di essere pienamente sé stessi, accettando la propria omosessualità senza venir meno ai propri valori.

Le sue opere, in particolare Corydon, Se il grano non muore e L’immoralista, hanno esercitato una grande influenza (soprattutto per i temi trattati) su vari scrittori successivi a Gide, in particolare su Rainer Maria Rilke, Jacques Rivière, André Malraux, Flann O’Brien, Jean-Paul Sartre, Albert Camus, Yukio Mishima, Roland Barthes.

22 novembre 1869: nasce André Gide, scrittore francese

André Gide nasce il 22 novembre 1869 a Parigi, figlio di Paul Gide, professore di diritto all’Università di Parigi, e di Juliette Rondeaux. Il padre, originario di Uzès, discende da un’austera famiglia protestante. Suo zio era l’economista politico Charles Gide. La madre appartiene ad un’agiata famiglia borghese di Rouen, un tempo cattolica ma convertita al Protestantesimo da diverse generazioni.

Infanzia e formazione

L’infanzia di Gide è segnata dall’alternarsi di soggiorni presso la famiglia materna in Normandia, a Rouen e a La Roque, e di soggiorni dalla nonna paterna, a Uzès. Come emerge dalla sua opera, l’influenza diversa e a volte contraddittoria di queste due esperienze rivestirà grande importanza nella sua vita.


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A Parigi, Gide vive con la famiglia in Rue des Médicis e successivamente in rue de Tournon, vicino ai giardini del Lussemburgo. Non lontano vive Anna Shackleton, scozzese, un tempo governante presso la famiglia Rondeaux e insegnante di Juliette, alla quale è legata ancora da una forte amicizia. Anna, grazie alla sua dolcezza, spensieratezza e intelligenza, svolge un ruolo importante nella formazione del giovane André: la sua morte, avvenuta nel 1884, evocata anche ne La porta stretta e in Se il seme non muore, segna profondamente Gide.

La morte del padre e il rapporto con Madeleine

Orfano di padre a soli undici anni, trascorre l’adolescenza e la giovinezza in un’inquieta solitudine oppresso dalla fervente religiosità della madre e dall’attrazione spirituale verso la cugina Madeleine. Dopo aver sostenuto gli esami di maturità entra in contatto con alcuni intellettuali del tempo, tra cui Oscar Wilde, con cui instaura una profonda amicizia, e subisce inizialmente l’influenza del maestro del simbolismo, Stéphane Mallarmé.


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Si appassiona alla scrittura e la sua prima opera, I quaderni di André Walter, viene accolta benevolmente dalla critica ma ignorata dai lettori. Nonostante la sua omosessualità, esplosa in modo liberatorio durante un viaggio in Tunisia, si ostina a convolare a nozze con la cugina nel 1895, pochi mesi dopo la morte della madre.

Il matrimonio tra Andrè e Madeleine non sarà mai consumato per l’incapacità, ammessa dallo stesso scrittore, di conciliare l’amore e il desiderio.

Romanzi e viaggio di nozze

Ben presto Gide comincia a trasferire le proprie inquietudini morali nella letteratura con i due romanzi L’immoralista e La porta stretta, scritti, rispettivamente, il 1902 e il 1909. L’opera racconta la storia di Michel, di famiglia puritana, e allevato nel massimo rigore religioso. Il protagonista, per assecondare il volere del padre morente, porta all’altare Marceline.


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Durante il viaggio di nozze nel Nord Africa, Michel si ammala di tubercolosi e viene assistito amorevolmente dalla moglie. Dopo la guarigione, complici l’atmosfera africana e la lunga repressione dei suoi impulsi, l’uomo intraprende un cammino di liberazione sessuale e di individualismo sfrenato rigettando il conformismo dell’educazione puritana ricevuta.

La morte di Marceline

Quell’agognata libertà da una morale soffocante e repressiva, che aveva condizionato la vita di Michel, si tramuta in egoismo e disinteresse per le sofferenze altrui. E quando è la moglie ad ammalarsi, l’uomo, travolto dal desiderio irrefrenabile di tornare in Africa, pur consapevole delle deleterie conseguenze che avrebbero avuto sulla salute della donna, la convince a partire. Marceline muore e Michel, sconvolto e attanagliato dai sensi di colpa, si confronta disperatamente con gli amici ed esprime il suo parere su quell’apologia dell’individualismo, che fino a poco tempo prima aveva abbracciato, definendola una degradazione dell’umanità, una corruzione dell’anima alla ricerca del male.


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Stando a quanto riporta “La capanna del silenzio”, La porta stretta mostra, invece, un cammino opposto a quello intrapreso da Michel. E la rinuncia totale al materialismo e ai piaceri del corpo conduce ad un ascetismo altrettanto distruttivo e umiliante.

Le due opere di Gide ben palesano il conflitto interiore dello scrittore e la loro tragica conclusione sembra voler lanciare il messaggio di un’immoralità presente sia nella virtù che nella corruzione.

La rottura con Madeleine

I due romanzi, scabrosi per il periodo storico in cui vive lo scrittore, passano inizialmente inosservati e apprezzati solo dalla ristretta cerchia di amici di Gide colpiti dalla provocazione morale, dal rifiuto del conformismo e dagli interrogativi sulla natura umana.


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La moglie Madeleine, non interessata ai libri scritti dal marito, scopre per caso, aprendo una lettera di Andrè, quella verità di cui non si era mai accorta. Il matrimonio tra Madeleine e lo scrittore giunge così ad una brusca conclusione nel 1918 e la donna si vendica del marito bruciando tutte le lettere da lui scritte. Si ritira poi a vita solitaria e muore nel 1938.

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