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Andrea Prospero, le chat dell’orrore: “Non chiamare i soccorsi” | Forse poteva salvarsi

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Andrea Prospero

Nuovi e inquietanti dettagli emergono dal caso di Andrea Prospero, il giovane di Lanciano morto il 29 gennaio durante una diretta video, dopo aver assunto un mix letale di Xanax e Ossicodone. Le indagini hanno rivelato conversazioni criptiche tra i protagonisti della vicenda, tra cui Valemno, il 18enne di Roma agli arresti domiciliari per istigazione al suicidio, e Thomas Burberry, un altro indagato che Valemno aveva aggiunto successivamente al gruppo.

Andrea Prospero, spuntano le chat dell’orrore

Nei trentacinque minuti che seguirono la morte di Andrea, Valemno e Burberry discutevano sulle modalità da adottare per gestire la situazione, arrivando addirittura a considerare l’idea di chiamare il 118 per salvare la vita di Andrea. Ma l’ipotesi venne immediatamente scartata per il timore di implicazioni legali. “Chiamiamo l’ambulanza a quel fesso?”, chiedeva Valemno, a cui Burberry rispondeva preoccupato: “E fra’, col tuo cell? Se è vero e lo trovano con il cell e tutto?”. Nonostante la possibilità che Andrea potesse ancora essere salvato, la paura di essere coinvolti direttamente nella sua morte ha fermato i due giovani.

Nel corso delle conversazioni, Valemno esprimeva la certezza che Andrea fosse morto, dicendo: “È morto davvero“. L’interrogatorio dei due protagonisti, registrato dalle forze dell’ordine, ha consentito al giudice per le indagini preliminari, Margherita Amodeo, di emettere una misura cautelare per Valemno, accusato di rischio di reiterazione del reato e di manipolazione delle prove.

Il giudice ha rilevato il pericolo che l’indagato potesse cancellare conversazioni o altre fonti di prova, il che giustifica la decisione di mantenere il 18enne agli arresti domiciliari, impedendogli qualsiasi forma di comunicazione. Le indagini proseguono con l’obiettivo di accertare la responsabilità di eventuali altri coinvolti nel caso.

Le indagini

Nel frattempo, si svolgerà venerdì l’interrogatorio di garanzia per Valemno. Il giovane, assistito dall’avvocato Alessandro Ricci, avrà l’opportunità di scegliere se avvalersi della facoltà di non rispondere o se fornire la sua versione dei fatti al giudice.

Le indagini si sono inoltre diramate su un altro filone, legato alla doppia vita di Andrea Prospero. Nella sua abitazione sono stati rinvenuti cinque cellulari e 46 SIM. Gli investigatori stanno ora indagando sulla sua attività parallela, che sembra avere come obiettivo il guadagno attraverso truffe informatiche.

Andrea, infatti, sembrava voler sfuggire alla sua vita universitaria e alle pressioni sociali che lo angosciavano, gestendo un’attività parallela che giustificherebbe l’uso di tanti dispositivi telefonici e numerose carte SIM. La squadra mobile e la polizia postale stanno ora cercando di chiarire se il giovane avesse messo in atto truffe online, dal carding alle vendite di prodotti fasulli, al fine di accumulare denaro per fuggire dalla vita che non desiderava.

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