La locuzione anno zero è usata in cronologia per indicare l’inizio di un’era, sebbene il numero zero non venga solitamente usato esplicitamente per indicare un anno in un sistema cronologico. È usata, in senso generale, come sinonimo di inizio o nuovo inizio.
Anno zero, tutto quello che c’è da sapere sul simbolo dell’inizio di una nuova era
Nella notazione degli storici, che normalmente utilizzano il calendario giuliano per i periodi antecedenti l’introduzione del calendario gregoriano, l’anno 0 dell’era cristiana non esiste e si passa direttamente dall’anno 1 avanti Cristo all’anno 1 dopo Cristo: infatti il numero 0 venne introdotto in Europa solo dal 1202 dal pisano Leonardo Fibonacci. Esistono tuttavia altre notazioni come quella degli astronomi, che prevedono l’anno 0 per indicare l’anno 1 a.C. degli storici.
Tradizionalmente, l’anno 1 dell’era cristiana è l’anno successivo al momento in cui si riteneva che fosse avvenuta la nascita di Gesù. Più precisamente, intorno al 523 il monaco Dionigi il Piccolo calcolò che l’anno 1 dell’era cristiana fosse incominciato nell’anno 753 dalla fondazione di Roma (aUc: ab Urbe condita). In realtà, la cronologia di Dionigi il Piccolo entrò in uso solo tra l’VIII e il X secolo, quando fu adottata dalla Chiesa di Roma. L’uso dell’era cristiana anche per gli anni avanti Cristo è molto più recente.
Secondo la maggior parte degli studiosi moderni il calcolo di Dionigi era sbagliato e, d’altra parte, i documenti agiografici non sono sufficienti a stabilire la data di nascita di Gesù. L’unico elemento di qualche valore è il riferimento del Vangelo secondo Matteo a Erode il Grande, a proposito della strage degli innocenti. Giuseppe Flavio riporta che Erode morì nell’anno 4 a.C., perciò la nascita di Gesù dovrebbe essere anteriore a quest’anno. Lo studioso Michele Loconsole ipotizza che nel 4 a.C. Erode abbia associato i suoi figli al governo, ma che sia morto qualche anno più tardi: secondo questo studioso il calcolo di Dionigi il Piccolo potrebbe essere corretto. Calendario ed era cristiana sono rimasti quelli tradizionali, essendo impensabile rivoluzionare un conteggio degli anni ormai divenuto una convenzione anche nei paesi estranei alle tradizioni cristiane.
Per ovviare alla scarsa attendibilità storica della datazione della nascita di Cristo e venire incontro alle aspettative dei non cristiani, viene talvolta adottata la locuzione era volgare (abbreviato in lingua italiana in “e.v.”), da utilizzare in sostituzione al più comune dopo Cristo o, in latino, post Christum natum. La locuzione, nella sua forma latina aerae vulgaris “secondo l’era di uso comune”, sembra essere stata utilizzata per la prima volta da Giovanni Keplero nel 1615.
L’anno 0 e l’inizio di secoli e millenni
Il problema dell’esistenza dell’anno 0 è stato al centro di molte discussioni in occasione dell’avvento del III millennio (per poterne stabilire l’inizio esatto: 1º gennaio 2000 o 1º gennaio 2001). Il problema viene risolto ricordando che in realtà nel calendario gregoriano l’anno 0 non esiste e di conseguenza il primo millennio del calendario gregoriano ha inizio con l’anno 1.
Diversi scienziati hanno analizzato il problema per fornire un’esaustiva risposta a dubbi sollevati. Rob van Glabbeek, noto per aver pubblicato un’analisi del problema da diversi punti di vista, ha indicato come data di inizio del terzo millennio il 1º gennaio 2001.
La Chiesa cattolica non ha fatto altro che ribadire la convenzione tradizionale nello stilare il calendario delle celebrazioni sacre – in occasione del Giubileo 2000 – per l’avvento del III millennio: tali celebrazioni sono avvenute alla fine del mese di dicembre 2000, perché il primo giorno del nuovo millennio è stato considerato il 1º gennaio 2001. La stessa lettera apostolica per le celebrazioni del Giubileo era intitolata Tertio millennio adveniente, usando un participio presente (adveniente, cioè “approssimandosi” il III millennio), in quanto non era ancora arrivato.