Almanacco

In risposta alla chiusura di Megaupload, nel 2012 Anonymous attacca i siti federali USA: scatta la “WWWW”

Il 19 gennaio 2012, il sito “Megaupload.com” è stato sequestrato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America per violazione di copyright e pirateria. In seguito, con un messaggio su Twitter, il gruppo di hacker Anonymous ha rivendicato quello che ha definito il maggior attacco online contro siti federali USA in rappresaglia per la chiusura di Megaupload: il WWWW (World Wide Web War).

Dopo la chiusura di “Megaupload” Anonymous si vendica, nasce la WWWW (World Wide Web War)

“Megaupload.com”, uno dei siti di file sharing più grandi e famosi del mondo, il 19 gennaio 2012 viene definitivamente chiuso. L’FBI arresta il fondatore, Kim Dotcom, nome alla nascita Kim Schmitz, e altri 7 del suo staff per violazione delle leggi sul copyright, delle leggi antipirateria che avrebbero causato la perdita di circa 500 milioni di dollari.

L’attacco


megaupload
Lo screen del defunto sito “Megaupload”.

A seguito della chiusura di Megaupload, Anonymous attacca i Server della Universal Music, e quelli del Dipartimenti di Giustizia americano. L’operazione, che porta il nome di “#OpMegaupload”, ma che oramai è conosciuta come “World Wide Web War”, viene considerato uno degli attacchi più grandi che siano stati mai realizzati e non soltanto per la lunga lista dei siti sotto attacco.

I server colpiti


MegaUpload_FBI-Banner
Il banner dell’FBI che compariva nel periodo della chiudura di Megaupload.

  • Dipartimento di Giustizia (Justice.gov)
  • Motion Picture Association of America (MPAA.org)
  • Universal Music Group (UniversalMusic.com)
  • Belgian Anti-Piracy Federation (Anti-piracy.be/nl/)
  • Recording Industry Association of America (RIAA.org)
  • Federal Bureau of Investigation (FBI.gov)
  • HADOPI law site (HADOPI.fr)
  • U.S. Copyright Office (Copyright.gov)
  • Universal Music Group France (UniversalMusic.fr)
  • Senatore Chris Dodd (ChrisDodd.com)
  • Vivendi France (Vivendi.fr)
  • Casa Bianca (Whitehouse.gov)
  • BMI (BMI.com)
  • Warner Music Group (WMG.com)

I risvolti della vicenda

Nell’aprile 2012, a tre mesi esatti dal raid che ha visto l’arresto di Kim Schmitz e altri suoi collaboratori, si scopre che il processo agli imputati potrebbe non esserci per dei vizi di procedure a partire dalla polizia neozelandese, la quale non aveva neanche il diritto di varcare la soglia di casa del fondatore del servizio, per cui si prospetta la liberazione e la restituzione di tutti i suoi averi (siti internet compresi).


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Kim Dotcom, proprietario di Megaupload e in seguito fondatore di Mega e Baboom. Uno degli attori principali della “WWWW”.

In seguito l’Alta Corte della Nuova Zelanda dichiarò nulla la confisca dei beni subita dal fondatore di MegaUpload, definendo l’operazione del gennaio 2012 (che aveva fatto finire in manette Schmitz e i suoi collaboratori, con un sequestro di beni per oltre 200 milioni di dollari) prematura e viziata da un errore di procedura che avrebbe impedito agli interessati di difendersi in maniera adeguata. Fonti interne alla polizia neozelandese risposero che l’errore segnalato dall’Alta Corte era stato già rettificato.

Schmitz esce su cauzione



Un mese dopo l’arresto, dietro pagamento di una cauzione, Schmitz ottenne di poter scontare la custodia cautelare a domicilio. Cinque mesi dopo annunciò tramite Twitter di stare lavorando al progetto di una piattaforma musicale denominata Megabox, da lui definita “rivoluzionaria”, in quanto tramite essa gli artisti avrebbero potuto trattenere per sé il 90% dei ricavi delle canzoni, scavalcando le grandi etichette discografiche.

Apertura dei siti Mega e Baboom

Il 19 gennaio 2013 Kim Dotcom ha aperto un nuovo sito denominato MEGA, definito come molto più sicuro rispetto agli altri siti da lui creati, in quanto ogni file contenuto viene criptato singolarmente e i server non sono concentrati in un’unica località, ma in vari stati.


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Il logo di Mega.

Il dominio inizialmente scelto per il nuovo sito era Me.ga, registrato in Gabon, ma il Ministro delle Comunicazioni locale dichiarò che avrebbe contrastato l’uso dello stato africano come base per commettere violazione di copyright. Inoltre, tale dominio sarebbe stato rubato da un gruppo di hacker, meglio conosciuto come Omega che, intervistati da TorrentFreak, avrebbero definito Schmitz “un megalomane capace solo di inquinare il settore”. Il sito è stato pertanto registrato con dominio .co.nz, in Nuova Zelanda.

Nel gennaio 2014 l’imprenditore tedesco ha lanciato Baboom.com, una piattaforma di condivisione musicale basata sul concetto che gli artisti offrano la loro musica gratuitamente e i fan paghino solo se la apprezzano. Con Baboom, gli artisti otterrebbero circa il 90% dei ricavi generati dalle loro vendite, a differenza del 7,7% offerto dall’industria musicale per le vendite di MP3.


Kimdotcom


Nell’ottobre dello stesso anno, Baboom dichiara che Kim Dotcom non ha più alcun ruolo nella società.