Cronaca

Dopo la Russia gli hacker di Anonymous attaccano la Cina per “punirla” sulla guerra

Dopo la Russia Anonymous attacca la Cina per “punirla” sulla guerra. L’ambiguità cinese sul conflitto ucraino non è piaciuta all’organizzazione di pirati informatici internazionali.

Cina troppo ambigua sul conflitto ucraino: punita dagli hacker

A rivendicare l’attacco pubblicamente è il gruppo AgainstTheWest, membro di Anonymous, dopo aver lanciato l’offensiva #OpChin. Infatti Pechino non ha mai condannato esplicitamente l’aggressione russa e nemmeno inflitto sanzioni. Anzi, si sono intensificati i rapporti economico-commerciali con la Russia come l’acquisto di gas, inoltre si è ipotizzato perfino che i cinesi sapessero da tempo dei piani di Putin. Pertanto la Cina è finita nel mirino del gruppo Anonymous, organizzazione “giustizialista” che si pone l’obiettivo di combattere chi limita la libertà di informazione.

Attaccati siti governativi e aziende private

Si sono verificati attacchi al Cloud di Alibaba (la piattaforma di e-commerce) ed al suo principale competitor JD, a WeChat (il sistema di messaging più popolare della Cina), WeCon (piattaforma di comunicazione per le imprese), Tencent (gigante cinese della telefonia), Hyundai ad Hong Kong e alla China Guangfa Bank (società di banche commerciali con sede a Guangzhou).

Nel mirino anche Amazon e colossi energetici

Altre aziende colpite sono Amazon Web Service in Cina, Fenglian Technology (azienda produttrice di apparati ICT), China Petroleum Technology & Development Corporation,  Sinopec (gruppo petrolifero e del gas con sede a Pechino), Sinochem (multinazionale del settore della produzione e del commercio di prodotti chimici e fertilizzanti e nell’esplorazione e produzione di petrolio per scopi civili e militari) e a numerosi siti governativi cinesi.

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