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Antonio Gramsci: il padre del Partito Comunista d’Italia

Antonio Gramsci (nome completo, così come registrato nell’atto di battesimo, Antonio Sebastiano Francesco Gramsci) nato ad Ales il 22 gennaio del 1891 e morto a Roma il 27 aprile del 1937, è stato un politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario italiano.

Antonio Gramsci, vita e carriera

Al periodo del trasferimento della famiglia a Sòrgono (in provincia di Nuoro), risale, dopo una caduta, la malattia che gli lascerà una sgradevole malformazione fisica: la schiena, infatti, andrà lentamente incurvandosi mentre le cure mediche tenteranno invano di arrestare la sua deformazione.

Il giovane Antonio respira in famiglia un’atmosfera difficile, a causa soprattutto dell’irrequieto padre, protagonista nel 1897 di una sospensione dall’impiego e di un arresto per irregolarità amministrative.

Nel 1905 riesce comunque ad iscriversi al liceo-ginnasio di Santu Lussurgiu, mentre nel 1908 cambia e approda al liceo Dettori di Cagliari, città dove in pratica comincia a condurre una vita autonoma. Inizia a leggere la stampa socialista che il fratello Gennaro gli invia da Torino.

Da Cagliari e Torino

Insieme a molti giovani del liceo Dettori, Gramsci partecipa alle “battaglie” per l’affermazione del libero pensiero e a discussioni di carattere culturale e politico. In quel periodo abita in una poverissima pensione in via Principe Amedeo, e le cose non cambiano certo in meglio quando si trasferisce in un’altra pensione di Corso Vittorio Emanuele.

Cagliari, in quel tempo, è una cittadina culturalmente vivace, dove si diffondono i primi fermenti sociali che influiranno notevolmente sulla sua formazione complessiva, sia sul piano culturale che caratteriale. A scuola si distingue per i suoi vivi interessi culturali, legge moltissimo (in particolare Croce e Salvemini), ma rivela anche una notevole tendenza per le scienze esatte e per la matematica.

Conseguita la licenza liceale, nel 1911 vince una borsa di studio per l’università di Torino. Si trasferisce così in quella città e si iscrive alla facoltà di Lettere. Stringe amicizia con Angelo Tasca, già socialista.



Anni universitari

Vive i suoi anni universitari in una Torino industrializzata, dove sono già sviluppate le industrie della Fiat e della Lancia. È in questo periodo di forti agitazioni sociali che matura la sua ideologia socialista.

A Torino frequenta anche gli ambienti degli immigrati sardi; l’interesse per la sua terra, infatti, sarà sempre vivo in lui, sia nelle riflessioni di carattere generale sul problema meridionale che per ciò che riguarda gli usi e i costumi.

Gli interessi politici lo vedono organizzatore instancabile di numerose iniziative, tanto che addirittura di lì a qualche anno lo troviamo in Russia. Si sposa a Mosca con una violinista di talento che gli darà due figli per i quali, dal carcere italiano di cui in seguito patirà i rigori, scriverà una serie di commoventi favole pubblicate con il titolo “L’albero del riccio”.

Nel frattempo, avendo in precedenza aderito al Psi, si convince che bisogna dar vita a un partito nuovo, secondo le direttive di scissione già indicate dall’Internazionale comunista. Nel gennaio del 1921 si apre a Livorno il 17° congresso nazionale del Psi; le divergenze tra i vari gruppi: massimalisti, riformisti ecc., inducono l’intellettuale italiano e la minoranza dei comunisti a staccarsi definitivamente dai socialisti. Nello stesso mese di quell’anno, nella storica riunione di San Marco, il 21 gennaio 1921 nasce il Partito comunista d’Italia: Gramsci sarà un membro del Comitato centrale.



Giulia Schucht, la moglie di Gramsci

Alla fine del mese di maggio Gramsci si recò a Mosca, designato a rappresentare il Partito italiano nell’esecutivo dell‘Internazionale comunista. Purtroppo però vi arrivò già malato. A giugno venne ricoverato in un sanatorio per malattie nervose di Mosca.

Qui conobbe una donna, Eugenia Schucht (figlia di Apollon Schucht, dirigente del Pcus e amico personale di Lenin) violinista che aveva vissuto alcuni anni in Italia. Attraverso di lei conobbe poi quella che sarebbe diventata sua moglia, Giulia Schucht (1894-1980).


Uniti in matrimonio nel 1923, dalla coppia nasceranno i figli Delio Gramsci (il 10 agosto 1924) e Giuliano Gramsci (il 30 agosto 1926).


Gli ultimi anni e morte

Nel 1926 viene arrestato dalla polizia fascista nonostante l’immunità parlamentare. Il re e Mussolini, intanto, sciolgono la Camera dei deputati, mettendo fuori legge i comunisti. Gramsci e tutti i deputati comunisti sono processati e confinati: Gramsci inizialmente nell’isola di Ustica poi, successivamente, nel carcere di Civitavecchia e Turi. Non essendo adeguatamente curato è abbandonato al lento spegnimento fra sofferenze fisiche e morali.

Antonio Gramsci muore nel 1937, dopo 11 anni di prigionia, senza aver mai rivisto i figlioletti.

Negli anni della reclusione scrive 32 quaderni di studi filosofici e politici, definiti una delle opere più alte e acute del secolo; pubblicati da Einaudi nel dopoguerra, sono noti universalmente come i “Quaderni dal carcere”, e godono tuttora di innumerevoli traduzioni e di altissima considerazione presso gli intellettuali di tutti i Paesi.


Fiabe intrecciate, 2007, Omaggio a Antonio Gramsci, di Maria Lai, Piazzale del Museo Stazione dell’arte

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