Dramma all’ospedale di Chieti dove una anziana è morta al pronto soccorso. L’82enne R.D.C. è deceduta senza che nessuno se ne accorgesse: a scoprire il decesso, è stato il figlio, durante una visita alla madre che soffriva di un’insufficienza renale ma, secondo i familiari, non così grave da ucciderla come riportato da Il Messaggero.
Anziana morta al pronto soccorso in attesa della barella: dramma all’ospedale di Chieti
Lunedì 8 maggio l’anziana era entrata nel reparto di emergenza per essere dimessa la sera stessa, il giorno successivo le condizioni sono peggiorate rendendo necessario il ricovero. È stata la nuora a raccontare gli ultimi, drammatici giorni della pensionata: “Mia suocera aveva un prolasso uterino, dal pronto soccorso ci hanno trasferiti in ginecologia dove, dopo quasi due ore di attesa, è stata effettuata una visita, con relativa prescrizione farmaci e dimissioni finali.
Il giorno il dolore si è acuito ed è comparso il vomito, abbiamo chiamato il 118 che non voleva neanche portarla via, gli operatori si sono convinti quando la poveretta è caduta addosso a uno di loro. In pronto soccorso è stata adagiata su una barella dove si lamentava per le fitte, ma nessuno le dava ascolto. C’erano tanti malati in corridoio, in quel caos riuscivo malapena a trovare pochi centimetri per stare in piedi accanto al letto”.
L’anziana è rimasta tre giorni tra quelle lenzuola, manifestando continuamente la sua sofferenza: “Eppure il mercoledì ci hanno chiamati per le dimissioni, sostenendo che lei avesse solo un paio di calcoli. In realtà aveva febbre, dolori, era sotto antibiotico e non ci siamo assunti la responsabilità di portarla a casa“.
Il decesso
Alle 19.30 il figlio è andato a fare visita alla madre e l’ha trovata esanime: “Come è morta mia suocera? La cartella clinica parla di arresto cardiaco, ma quali sono state le cause che hanno portato il cuore a fermarsi? E con un tempestivo soccorso, lei sarebbe ancora viva? Aspettiamo di capire cosa sia realmente successo, il pensiero che possa essere morta soffocata nell’indifferenza generale non ci dà pace. Siamo inoltre indignati per la confusione riscontrata nell’ospedale di Chieti, neanche mezzo secolo fa si assisteva a certe scene”.