Anziana morta a causa di un eccesso di farmaci: i carabinieri di Vicenza hanno arrestato una donna di 46 anni che si spacciava per operatrice socio-sanitaria. L’indagata assisteva pazienti a domicilio. È accusata anche del tentato omicidio di altre quattro persone.
Anziana morta a causa di eccesso di farmaci a Vicenza: arresto
Una donna di 46 anni, che si spacciava per operatrice socio-sanitaria e prestava assistenza a pazienti a domicilio, è stata arrestata dai carabinieri di Vicenza in relazione alla morte di un’anziana e al tentato omicidio di altre quattro persone. Secondo le indagini, per anni avrebbe somministrato deliberatamente sovradosaggi di medicinali.
Nonostante il suo curriculum fosse principalmente caratterizzato da esperienze nel settore commerciale, come commessa e proprietaria di un negozio di profumeria, si presentava come un’esperta operatrice socio-sanitaria, prendendosi cura di diversi pazienti. Tuttavia, la sua assistenza a domicilio ha portato alla morte di una delle sue assistite. Per questo motivo, il 18 dicembre, i carabinieri di Vicenza hanno arrestato la donna, residente a Padova, accusandola della morte dell’anziana e del tentato omicidio di altre quattro persone, tutte provenienti dalla provincia di Vicenza.
Le indagini
Le indagini hanno rivelato che, negli ultimi mesi, la donna si era occupata di anziani, vantando falsamente qualifiche professionali nel settore sanitario. La 46enne prestava assistenza a domicilio e, nel corso del tempo, avrebbe somministrato deliberatamente sovradosaggi di farmaci con effetto neurodepressivo (come Xanax, Tavor, Lorazepam e Trittico), alcuni dei quali non erano nemmeno previsti nelle terapie prescritte dai medici. La situazione è emersa a marzo 2024, quando una denuncia presentata alla stazione di Breganze ha segnalato circostanze anomale e sospette riguardanti la morte di un’anziana del luogo e il rapido deterioramento della salute di altri due pensionati, tutti assistiti dalla 46enne in quel periodo.
Anziani “storditi” dai farmaci
Dopo aver esaminato i social network, gli investigatori hanno scoperto che tutti gli incarichi erano emersi da richieste pubblicate online in gruppi Facebook, dove la 46enne riusciva a trovare “clienti” approfittando delle difficoltà degli anziani nel trovare personale qualificato per l’assistenza domiciliare. La donna arrestata è anche accusata di rapina aggravata ai danni di un’anziana che stava assistendo, poiché si era impossessata di numerosi oggetti di valore dopo averla “stordita” con una dose elevata di benzodiazepine. Inoltre, è accusata di autoriciclaggio, avendo venduto la refurtiva a un compro oro per un totale di 3mila euro.
L’indagine ha rivelato che tutti gli anziani assistiti dall’indagata, nonostante presentassero patologie diverse (in alcuni casi addirittura assenti), hanno dovuto ricorrere ai sanitari in modo urgente, mostrando tutti gli stessi sintomi (torpore, stordimento, disartria, difficoltà a mantenere l’equilibrio) che, in tutti i casi, non erano legati alle malattie di cui soffrivano e che, peraltro, non avevano mai manifestato in precedenza.
È emerso che in almeno due occasioni la donna ha avuto il coraggio di scrivere e poi leggere una lettera di addio in chiesa durante i funerali della sua vittima. Coloro che hanno avuto “la fortuna” di sopravvivere e hanno interrotto il rapporto di assistenza con l’indagata non hanno più riscontrato tali problematiche, così come non ne avevano avute prima di quel legame. Durante le indagini, è stato accertato che la donna è una consumatrice abituale di benzodiazepine e nel tempo è riuscita ad acquisire questi farmaci in quantità significative, talvolta destinate anche alla vendita a terzi, motivo per cui è accusata di spaccio di medicinali contenenti benzodiazepine.
“Un evento scioccante”
Le autorità stanno esaminando anche il modo in cui la donna acquistava i farmaci, riuscendo in alcuni casi a ottenerli senza la necessaria prescrizione medica. Un evento definito “scioccante” dal governatore del Veneto, Luca Zaia: “Desidero esprimere il mio più sincero apprezzamento ai carabinieri del Comando provinciale di Vicenza per l’ottimo lavoro svolto, frutto di mesi di indagini approfondite e complesse. Le accuse sono estremamente gravi e richiedono la massima trasparenza: la mia condanna per quanto emerso è ferma e incondizionata. Ora ci aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso, affinché ogni responsabilità venga accertata e chi ha commesso questi reati risponda pienamente delle proprie azioni. La gravità di quanto accaduto non può lasciarci indifferenti. Si tratta di persone che si sono fidate e che sono state tradite e sfruttate in modo inaccettabile. Voglio ribadire la mia solidarietà alle famiglie colpite da questa tragedia. Non ci sono parole in grado di alleviare il loro dolore, ma è nostro dovere assicurarci che episodi simili non si ripetano mai più.”