Arisa sbotta dopo lo scivolone sulla ministra Roccella e torna quindi a chiarire la sua opinione sui social, ma viene duramente criticata. Tra le storie Instagram ha pubblicato il video dell’intervento della ministra Roccella ad Atreju aggiungendo degli applausi.
Arisa sbotta dopo lo scivolone sulla ministra Roccella
Ennesimo scivolone arcobaleno per Arisa. Dopo le dure critiche ricevute dalla comunità LGBTQ+ la scorsa estate per alcune dichiarazioni su Giorgia Meloni, la cantante cade in un nuovo intoppo. Tra le storie Instagram ha pubblicato il video dell’intervento della ministra Roccella ad Atreju, in cui diceva che “l’ideologia gender è il nuovo patriarcato”, aggiungendo degli applausi.
Un gesto di approvazione che la comunità arcobaleno non ha preso affatto bene. Nonostante ciò Arisa si è poi giustificata spiegando che gli applausi erano ironici e provocatori. Per chiarire, allora, ha fatto un post che non lascia spazio a dubbi:
Credo nella natura multiforme e fluida della sessualità, che si debba far capire ai giovani e ai giovanissimi, oltre che agli adulti ‘de coccio’, che non solo e non sempre l’identità biologica corrisponde all’identità emotiva, che alcune cose non escludono altre e che bisogna prendersi cura di tutti in maniera seria e scrupolosa. Nessuno escluso, nessuno emarginato, nessuno bullizzato. La ragione non sta mai solo da una parte. L’amore, qualsiasi sia la forma in cui viene espresso, è solo un dono degno di rispetto, per una società che vuole essere inclusiva e felice. Spero di non dovermi più esprimere in tal senso e che non ci siano più dubbi sulla natura dei miei pensieri.
Questa spiegazione, però, non convince tutti. Tanti infatti i commenti critici, come: “Scusa Arisa, ma ci hai preso per stupidi? Hai ricondiviso le parole transfobiche della ministra Roccella, dandole ulteriore visibilità e facendole da megafono. E ora ci vieni a raccontare che sei per l’inclusione e dalla parte della comunità? È già la seconda volta che attacchi le persone LGBTQ+, alla prima ti si perdona, alla seconda rimaniamo fortemente delusi. E per informazione, non è ‘identità emotiva’ ma è identità di genere, almeno informarsi prima di parlare di un tema sarebbe opportuno“.