Cronaca

Link Campus, arrestato l’ex prorettore Carlo Maria Medaglia: sequestrati 24 milioni di euro

È stato arrestato l’ex prorettore dell‘università telematica Link Campus, Carlo Maria Medaglia. Per eludere il fisco ha dichiarato falsi progetti, che ammontano ad oltre 24 milioni di euro. Anche una sua collaboratrice è accusata di dichiarazione fraudolenta.

Link Campus, arrestato l’ex prorettore Carlo Maria Medaglia

L’ex prorettore dell’Università Link Campus Carlo Maria Medaglia e una sua collaboratrice avevano dichiarato falsi progetti per eludere il fisco. Tutti e due sono finiti agli arresti domiciliari.

Il provvedimento nei confronti di entrambi è scattato nella mattinata di lunedì 16 ottobre. A rendere esecutiva la misura di custodia cautelare sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Roma, su disposizione del giudice delle indagini preliminari del Tribunale. I militari hanno posto tutti e due gli indagati ai domiciliari e sequestrato beni dal valore superiore a 24 milioni di euro. Si tratta nello specifico di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca.

I reati e dei quali dovranno rispondere sono di indebita compensazione, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, ai danni dell’Erario.

Falsi progetti di ricerca e sviluppo per evadere il fisco

Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, i due indagati si nascondevano dietro l’università telematica e un consorzio ad essa collegato per erogare falsi progetti di ricerca e sviluppo a più di 20 società. In questo modo si permetteva alle società l’utilizzo illecito di crediti d’imposta, ossia reddito verso lo Stato che riduce l’ammontare di debiti o imposte dovute e in alcuni casi viene ridato indietro con la dichiarazione dei redditi.

“Pacchetti di risparmio fiscale” con fatturazioni false

Gli accertamenti hanno riguardato ventinove persone fisiche e venti giuridiche. Un giro attraverso il quale, sempre com’è emerso in sede d’indagine, venivano venduti “pacchetti di risparmio fiscale” emettendo fatturazioni false, che venivano usate nella dichiarazione per abbattere i debiti erariali e beneficiare così di crediti d’imposta in realtà mai maturati.

L’Università e il consorzio inoltre avrebbero usato fatture per operazioni inesistenti sempre con lo scopo di diminuire il carico di imposte da versare. Un giro di false fatturazioni che sarebbe stato agevolato anche dall’inserimento di società sempre riconducibili al docente.

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