C’è anche Franco Terlizzi tra i tredici soggetti arrestati dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della guardia di finanza nell’ambito di un’operazione contro l’ndrangheta. L’operazione è scattata nella mattinata di oggi, martedì 6 settembre. Terlizzi è diventato un volto noto della tv per aver partecipato a diversi programmi, tra cui l’Isola dei Famosi.
Tredici arresti per ‘ndrangheta, in manette anche Franco Terlizzi
Ex pugile e pr di una nota discoteca milanese, Franco Terlizzi è stato arrestato con l’accusa di essere un prestanome del figlio di Pepè Flachi, il boss della Comasina morto lo scorso gennaio stando a quanto ricostruito dalla Dda di Milano.
Oltre ai fermi, i militari della Guardia di Finanza hanno eseguito un sequestro preventivo d’urgenza che riguardano una carrozzeria, sfruttata per riparare di auto in danno di istituti assicurativi, e un negozio di articoli sportivi. Entrambe le attività sono localizzate in provincia di Milano e, stando alle indagini, sarebbero riconducibile a Davide Flachi, figlio di Pepè per cui Terlizzi avrebbe fatto da prestanome.
L’operazione
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa e concorso esterno nello stesso reato, oltre che di associazione per delinquere, impiego di denaro di provenienza illecita, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, reati tutti aggravati dalle modalità mafiose. Al centro dell’inchiesta la cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano ed i suoi rapporti e cointeressenze economiche con alcuni imprenditori di Reggio Calabria. Otto delle 12 persone coinvolte nell’operazione sono finite in carcere, mentre per le restanti quattro sono stati disposti gli arresti domiciliari.
I sequestri
Beni mobili ed immobili per un valore di oltre 32 milioni di euro sono stati sequestrati nel corso dell’operazione. I beni sequestrati consistono, in particolare, in 27 imprese, di cui una con sede in Slovenia e un’altra in Romania, 31 unità immobiliari e varie quote societarie e disponibilità finanziarie. L’Inchiesta che ha portato ai 12 arresti ed al sequestro dei beni è stata condotta dai sostituti procuratori della Dda di Reggio Calabria Stefano Musolino e Walter Ignazitto.