Il giorno dell’interrogatorio di Franco Alfieri davanti al Giudice per le indagini preliminari è arrivato, ma i suoi difensori, gli avvocati Cecchino Cacciatore e Domenicantonio D’Alessandro, potrebbero chiedere un rinvio a causa della vastità della documentazione che compone il fascicolo d’indagine.
Gli altri indagati, agli arresti domiciliari, verranno ascoltati mercoledì: si tratta di Elvira Alfieri e Andrea Campanile, difesi dagli stessi avvocati di Alfieri, nonché degli imprenditori Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, della Dervit Spa, assistiti dall’avvocato Antonello Natale e Carmine Greco. Per quest’ultimo, il suo avvocato Enrico Tedesco potrebbe richiedere un rinvio per motivi personali legati all’indagato. Anche Carmine Landi, tecnico coinvolto nel progetto della Dervit, dovrà essere ascoltato. Quest’ultimo, però, non è agli arresti domiciliari, ma in stato di libertà come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Arresto Franco Alfieri, file creati dalla Dervit nei pc comunali
Le indagini, condotte dalla Procura sotto la direzione del procuratore Giuseppe Borrelli, insieme alla Guardia di Finanza del Gruppo Eboli e al Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno raggiunto una svolta significativa dopo l’analisi di dispositivi telematici sequestrati a fine gennaio scorso.
È emerso che il computer di Carmine Greco, responsabile unico del procedimento (RUP) per la gara di illuminazione pubblica di Capaccio Paestum, conteneva diversi file in formato Word e ODT. Il contenuto di questi file corrispondeva a quello dei documenti ufficiali del Comune, ma il dettaglio significativo era che, pur essendo formalmente riconducibili a Greco, la loro paternità informatica era collegata all’identificativo “Project Dervit”, riferibile all’azienda Dervit Spa.
La Dervit Spa, formalmente rappresentata da Pasquale Russo (non indagato), è stata coinvolta in intercettazioni telefoniche che rivelano la sua partecipazione diretta alla redazione del progetto, nonostante fosse formalmente attribuito a Greco. In una conversazione tra Russo e l’imprenditore Alfonso D’Auria, ad esempio, si discuteva apertamente del ruolo di Greco e della gestione dei dati relativi alla sicurezza del progetto. Questa situazione ha portato il GIP a concludere che, in pratica, la Dervit fosse l’entità reale responsabile della progettazione per le gare pubbliche, anche quando formalmente il progettista era un terzo.
Il ruolo di Andrea Campanile
Dalle indagini emerge inoltre il ruolo chiave di Andrea Campanile, stretto collaboratore del sindaco Alfieri. Campanile forniva a D’Auria l’elenco delle vie da includere nel progetto di illuminazione pubblica, modificato o redatto dal “Project Dervit” tra febbraio e marzo 2022. Secondo il GIP, il legame tra Campanile e Alfieri era tale che parlare con Campanile equivaleva a parlare direttamente con il sindaco.
Il verbale di gara evidenzia ulteriori anomalie. Tra le imprese invitate a partecipare alla gara c’era proprio la Dervit Spa, che aveva già un accordo ventennale con il Comune di Capaccio per la gestione degli impianti di illuminazione, risalente al 2010. Questo fatto, insieme alla scoperta che la stessa Dervit aveva redatto il progetto di gara, ha suscitato forti dubbi sulla legittimità della procedura, violando i principi di trasparenza e rotazione equa degli operatori.
Il ruolo di Carmine Landi
Carmine Landi, tecnico incaricato come progettista e coordinatore della sicurezza, ha dichiarato durante un interrogatorio che il suo incarico gli era stato conferito oralmente da Carmine Greco, senza un provvedimento scritto. Landi ha spiegato che Greco gli aveva consegnato una pen drive contenente un progetto già definitivo, che lui avrebbe solo dovuto verificare e firmare. Pur avendo firmato il progetto e consegnato i documenti agli uffici comunali, Landi non aveva ricevuto alcun compenso per questo incarico, anche se una nota protocollata riportava una cifra di 74.240 euro a suo favore, somma che però non gli sarebbe mai stata effettivamente corrisposta.