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Arrivano le condanne per caporalato nel Saluzzese

Cinque condanne fino a cinque anni e due assoluzioni, in tribunale a Cuneo, nel primo primo processo per caporalato celebrato in provincia relativo a fatti avvenuti nel Saluzzese, il maggiore distretto agricolo piemontese.

Caporalato, condanne fino a cinque anni

È una prima storica condanna per caporalato nel Nord Ovest, che attesta anche l’impegno pluriennale dell’associazione Sicurezza e Lavoro nel contrastare questo odioso fenomeno e nel tutelare i diritti di lavoratori e lavoratrici“, commenta l’avvocato Giacomo Mattalia, legale dell’associazione che si era costituita parte civile e alla quale è stato riconosciuto un provvisionale di 10 mila euro.

L’inchiesta

L’inchiesta era stata battezzata “Momo“, dal soprannome del caporale che faceva da tramite tra i lavoratori sfruttati – tutti migranti africani – e le aziende, tra doppio turni, di giorni nei campi, di notte in un macello di Barge, e paghe non dignitose e in nero. Il pm Carla Longo aveva parlato di “caporalato grigio” per descrivere il fenomeno, perché faceva leva sulla paura dei braccianti di perdere il lavoro o il permesso di soggiorno. I due braccianti parte lesa nel processo avranno un risarcimento provvisionale di 50 e 15 mila euro, 10 mila euro a Cgil, il sindacato agricolo Flai Cgil e associazione Sicurezza e Lavoro. Multe per Tassembedo, Diego Gastaldi e Marilena Bongiasca di 14 mila euro ciascuno, di 8 mila euro per Andrea Depetris e Monica Coalova. Tutti gli imputati, come pena accessoria, per due anni non potranno assumere cariche nelle imprese e ricevere sussidi dallo Stato o dall’Unione Europea.

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