Assegno di mantenimento al coniuge tradito, la svolta
La vicenda nasce a seguito della separazione dei due. Dopo 30 anni di matrimonio, nel 2009 la coppia arriva al capolinea. E lei, 71 anni ex impiegata, si preoccupa bene di presentare il conto: 700 euro al mese, più 250mila euro di ‘buona uscita’ e metà della casa coniugale. A rafforzare la sua richiesta, ci sarebbero i ripetuti tradimenti del marito, che nel frattempo nega tutto. Il Tribunale di Pesaro gli dà ragione e respinge ogni richiesta della donna.
La presunta tradita non si arrende e ci riprova in Corte d’Appello prima e in Cassazione poi. Il verdetto sarà schiacciante: in tutte e tre le sedi di giudizio l’ex marito riuscirà a scamparla. Per mancanza di prove concrete, per “l’assenza di riferimenti temporali certi” ma anche perché “a voler ritenere provate le suddette relazioni, vista la loro risalenza, verrebbe a mancare il nesso causale con il termine della relazione”. Dopo 15 anni passati ‘a chiudere un occhio’ sulle scappatelle dell’uomo, non ci sarebbero più i presupposti per accusarlo di aver rovinato la loro storia d’amore.
La beffa
Oltre alla beffa è arrivato anche il danno: non solo la 71enne non è stata in grado di farsi riconoscere l’assegno di mantenimento e il 50% di quello che una volta era il loro nido d’amore, ma è stata condannata anche a pagare 6mila euro di spese legali.