È questa la cifra indicata dal premier Mario Draghi con 20 miliardi di euro a disposizione tra fondi degli aiuti pre-esistenti e nuovi stanziamenti, ma potrebbero aumentare come spiegato dal ministro della Famiglia, Elena Bonetti (Italia Viva). Andiamo ad analizzare come funziona l’assegno unico figli, da quando sarà in vigore e a quanto ammonterà l’importo che spetterà a chi accederà al sussidio.
Cos’è, come richiederlo, come fare domanda e a chi spetta l’assegno unico figli 2021
L’Assegno Unico Figli 2021 è una misura di sostegno alla famiglia finanziata nella Legge di Bilancio 2021. L’assegno viene definito unico perché andrà a prendere il posto tutte le altre misure a sostegno della famiglia per il sostentamento dei figli e perché sarà desinato a tutte le famiglie italiane. Il nuovo assegno, sotto forma di credito d’imposta o di denaro, sarà riconosciuto per ogni figlio a carico dal 7° mese di gravidanza fino al diciottesimo anno di età e con importo maggiorato dal secondo figlio in poi.
Sarà comunque corrisposto fino al compimento del 21esimo anno di età ma sarà ridotto nell’importo ed erogato direttamente al figlio maggiorenne nel caso in cui questo sia iscritto all’università, svolga un tirocinio, frequenti un corso professionale, sia impegnato nel servizio civile universale, svolga un lavoro a basso reddito o sia registrato come soggetto disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro.
Inoltre l’assegno sarà maggiorato – secondo un’aliquota non inferiore al 30% e non superiore al 50%, per ciascun figlio con disabilità, rispettivamente minorenne o maggiorenne e di età inferiore a ventuno anni, con importo della maggiorazione graduato secondo le classificazioni della condizione di disabilità. Per la definizione di figlio a carico occorre far riferimento al Testo unico delle imposte sui redditi dove l’articolo 12, comma 2, definisce fiscalmente a carico i figli che abbiano un reddito non superiore a 4.000 euro, ovvero a 2.840,51 euro nel caso abbiano un’età superiore a ventiquattro anni.
L’importo
Non c’è ancora un importo preciso per l’assegno unico ma è già stata fissata la soglia massima che di 250 euro per ogni figlio. L’importo dovrebbe essere diviso in due parti, una fissa, destinata a tutte le famiglie a prescindere dal reddito e l’altra variabile, data in modo progressivo in base alla condizione economica.
La quota fissa oscillerà tra i 100 ed i 120 euro, quella variabile porterà l’importo fino ad un massimo di 250 euro. Sono anche previste delle maggiorazioni:
- +20% in presenza di un terzo figlio;
- +50% per i figli affetti da invalidità;
- +5% Per madri con età inferiore a 21 anni.
Assegno unico figli 2021, soldi a disposizione
Stando alle prime previsioni, i soldi a disposizione potrebbero non essere sufficienti per far partire a pieno regime la misura. Inizialmente l’ipotesi era di fare una selezione di aventi diritto in base alla situazione reddituale (Isee). Il governo ha però deciso di far partire subito l’assegno unico e così i 6 miliardi della Legge di Bilancio vanno sommati a quelli derivanti dall’abolizione degli altri bonus, arrivando così ad un tesoretto di circa 20 miliardi.
Assegno unico figli 2021, la clausola di salvaguardia
Oltre ai 20 miliardi già citato, saranno a disposizione altri 800 milioni di euro necessari per la clausola di salvaguardia. Ovvero la possibilità di spenderli se qualcuno dovesse ricevere meno soldi di quelli che prende ora con altri sussidi.
Assegno Unico 2021, come funziona con le detrazioni
La ministra Bonetti, inoltre, ha annunciato l’introduzione di una norma transitoria che permetterà di non perdere il beneficio anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli di oltre 21 anni. In questo modo il governo vuole rassicurare i genitori dopo il rischio di penalizzazione di alcune famiglie emerso da diverse analisi.
Assegno Unico 2021, quando parte
L’assegno unico e universale completo partirà a regime da gennaio 2022, ma il percorso comincerà dal primo luglio. Lo ha annunciato il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, aggiungendo: “Non vogliamo che accada che le famiglie abbiano disagi. Siccome i dipendenti oggi stanno percependo le loro detrazioni in busta paga, questi primi sei mesi devono innestarsi su un percorso di detrazione fiscale che deve continuare”.