Cronaca

Attivisti di Ultima Generazione manifestano a petto nudo nel centro storico di Roma

Attivisti e attiviste di Ultima Generazione hanno bloccato il centro storico di Roma, manifestando semi nudi per salvare il pianeta Terra. L’ennesima protesta, sempre contro il Governo, questa volta ha auto come teatro Piazza Barberini. Necessario l’intervento delle forze dell’ordine per riportare la situazione alla normalità. Lo riporta Fanpage.

Roma, attivisti di Ultima Generazione manifestano nudi

La protesta degli attivisti di Ultima Generazione è sempre rivolta al Governo perché “continua ad assistere imperturbabile alla morte dei propri cittadini a causa di eventi meteorologici estremi e ad alimentarne la causa, foraggiando senza scrupoli l’industria del fossile”. I manifestanti da mesi protestano bloccando strade e imbrattando opere d’arte.

Sette ragazze e ragazzi questa mattina, 4 maggio, hanno raggiunto il semaforo di Piazza Barberini, dando il via alla protesta. Si sono tolti le magliette, rimanendo a seno e petto scoperti davanti ad automobilisti e passanti increduli, una giovane si è spogliata completamente, e hanno bloccato la strada. Un blocco che è durato pochi minuti, in breve tempo sono arrivate sul posto le forze dell’ordine che, come accade ad ogni protesta, li hanno spostati dalla carreggiata e la circolazione è ripresa normalmente.

La protesta

Mentre la catastrofe climatica colpisce ancora in Emilia Romagna, mettiamo a nudo il nostro corpo, vulnerabile come il pianeta – commentano l’azione messa in atto stamattina gli attivisti e le attiviste – Diranno forse che siamo oscene. Ma io mi chiedo. Siamo oscene? Osceno è quello che è successo ieri in Emilia Romagna e il Governo, che sa che questi eventi estremi continueranno a succedere e nonostante ciò continua a investire nelle fonti fossili”.

Una delle attiviste presenti in strada oggi spiega: “Sono terrorizzata da quello che porterà con sé lo scarseggiare del cibo e dell’acqua, la distruzione dei nostri territori e delle nostre case, l’impoverimento massivo delle persone, gli enormi flussi migratori e il dilagare di nuove malattie. Un accentuarsi di tutte le disparità: di razza, genere, classe sociale, abilità, orientamento sessuale, età. Davanti a questa prospettiva mi sento estremamente vulnerabile, molto di più di quanto mi possa sentire con il mio corpo mezzo nudo, a bloccare una strada. Preferisco vedermi a fare tutto ciò che è possibile, con il mio corpo e in modo nonviolento oggi, che vedermi a lottare o difendermi per un pezzo di pane domani”.

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