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L’attore israeliano Raz Degan confessa: “Sono giorni da incubo”

Raz Degan, ex modello e attore israeliano, confessa a Verissimo le atrocità che sta subendo il suo paese. Infatti suo padre non vuole lasciare il kibbutz, mentre sua cognata è tra i dispersi. La sua famiglia, dunque, non sa dov’è, se è viva oppure morta.

L’attore israeliano Raz Degan confessa: “Sono giorni da incubo”

Raz Degan ieri è stato ospite nel salotto di Verissimo. L’attore è nato e cresciuto in un kibbutz israeliano, mentre oggi vive in Italia. Tuttavia i suoi pensieri sono rivolti a tutti i suoi cari e ai concittadini che stanno soffrendo per la guerra Israele Hamas. “Sangue porta sangue, vendetta porta vendetta. Come finirà? Io sto pensando alla mia famiglia che sta pensando alla ragazza di 22 anni che deve tornare, lei era al rave“.

Mentre parla del suo paese Raz Degan ha gli occhi lucidi per via delle atrocità:

Sono giorni orribili per l’umanità. Per noi in Israele sono giorni di incubo. Sono uno di quelli che ha sempre parlato di pace, credo nell’umanità. Ho donato i soldi per i bambini in Siria. Purtroppo la pistola e la spada oggi sono più forti della voce, e fa male all’anima. Non riesco a immaginare a quello che siamo arrivati, non è umano. Mio padre e mio fratello sono lì. Mio padre ha 80 anni, il nostro kibbutz, che è come un grande campeggio, è stato evacuato ma lui non va via. Non vuole andarsene. La moglie di mio fratello è venuta a mancare, era al rave. Non è tornata a casa. È passata già una settimana. Nella tradizione ebraica quando muore qualcuno si sta a casa, i genitori non sanno dov’è. Non sanno dove sia, se sia viva o morta. I cadaveri sono così tanti e non si riescono a distinguere i volti, tanti sono stati bruciati. La mia sorellastra ha 4 bambini, tutti piccoli, era molto spaventata. Lei viene a casa stasera.

L’attore ed ex modello ha raccontato anche che i suoi amici ogni giorno mi chiamano e mi raccontano delle atrocità, così orribili, terrificanti, che ho paura di raccontarle al pubblico italiano. Non è umano, non è giusto“.

L’infanzia nel kibbutz

Raz Degan ha poi raccontato della sua infanzia in kibbutz, “che è come un grande campeggio, in cui vivono diverse famiglie che lavorano insieme e dividono quello che producono“. Il loro kibbutz si trova a Nord, al confine tra Siria e Libano.

Lo hanno fondato i miei nonni, che erano sopravvissuti dell’Olocausto. Durante l’infanzia spesso stavo chiuso nel bunker, perché al Nord c’erano tante guerre. La mia infanzia è stata spesso nel bunker, passavano settimane o mesi nel bunker a vivere con altri 30 bambini. I genitori venivano di sera, di giorno andavano a combattere. Ricordo la prima volta che ho sentito il fischio di una bomba, non sai da dove arrivi e poi l’esplosione è tremenda.

Fece il militare per tre anni perché era obbligatorio: “Avevo capito però che il mio percorso era diverso, mi interessava scoprire, viaggiare. Volevo uscire dal kibbutz. Avevo 21 anni quando ho lasciato Israele, ma perché il mondo è per tutti. Volevo vivere cose diverse. Oggi sento i miei amici ed è sempre un pugno nel cuore. Tutti in Israele sono stati colpiti“.

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