Arrivano gli aumenti degli stipendi per gli statali. Ma per chi esattamente? Per il 2024 è atteso il rinnovo della misura, ma ancora niente rinnovo di contratto: la situazione in vista della manovra, chi guadagnerà di più tra scuola e ministeri. Andiamo a scoprire insieme tutti i dettagli.
Aumenti per gli stipendi statali: i dettagli
I dipendenti statali dovranno accontentarsi di un aumento degli stipendi, in attesa del rinnovo dei contratti. Ancora non ci sono notizie certe, ma è probabile che il governo Meloni confermi la misura una tantum già vista nel 2023, inserendola nella manovra finanziaria per il 2024. Anche perché, visti i fondi a disposizione, è improbabile che il rinnovo arrivi nella prossima legge di bilancio. Così si dovrebbe prorogare la modalità di quest’anno, più fattibile per le risorse che possono garantire le casse dello Stato: vediamo come funziona e chi riguarda.
Il bonus dell’1,5% una tantum per i dipendenti statali
Nella legge di Bilancio approvata per il 2023 era previsto “un emolumento accessorio una tantum, da corrispondere per tredici mensilità, da determinarsi nella misura dell’1,5 per cento dello stipendio con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza”. La misura era costata un miliardo, ma nel 2023 gli statali hanno “apprezzato” il bonus in busta paga solo ad agosto, a causa di ritardi.
Il governo Meloni è orientato a riconfermarla anche per il 2024, anche perché il rinnovo dei contratti potrebbe costare anche svariati miliardi in più. Lo stesso ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a margine di un convegno aveva spiegato che “non ci sono ancora novità” sul rinnovo dei contratti. “Ho incontrato Giorgetti a luglio, gli ho rappresentato la necessità di prendere in considerazione il rinnovo dei contratti come una delle priorità perché siamo quasi a fine 2023, i rinnovi fanno riferimento al periodo 2022-2024”, ha spiegato Zangrillo.
Ma, come detto proprio da Giorgetti, le risorse a disposizione del governo sono risicate: solo l’aumento dei tassi porta via risorse per “14-15 miliardi di euro”, a causa dei maggiori interessi sul debito. In più bisogna considerare spese per Superbonus e decrescita del Pil.
Dove aumentano di più gli stipendi, tra scuola e ministeri
Nei ministeri, l’aumento è arrivato fino a 66,8 euro, per i dirigenti di fascia più alta. Per i funzionari invece gli incrementi visti andavano dai 29,6 per quelli delle fasce più basse ai 44,7 euro di quelle più alte, come si può verificare dalle tabelle pubblicate sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze. Per gli assistenti gli aumenti andavano da 24,3 euro a 31,3 euro.
Nella sanità si va dai 23,8 euro del personale di supporto di prima fascia ai 55,2 euro di un dirigente medico di struttura complessa con rapporto esclusivo. Per le forze di polizia invece si oscilla tra i 24,1 euro per gli agenti, ai 34,4 euro per un commissario capo.
Per quanto riguarda la scuola, la cifra oscillava dai circa 20 euro in più per i collaboratori scolastici ai 52 euro previsti per i dirigenti scolastici.
Gli aumenti maggiori si sono visti nel comparto diplomatico: il bonus andava dai 53,56 euro di emolumento per i segretari di legazione, ai 131,61 per gli ambasciatori. Viste le risorse a disposizione del governo per la legge di Bilancio, in caso di una proroga della misura una tantum anche per il 2024 è probabile che le cifre saranno simili a quelle viste.