Sono state raggiunte le 500mila firme per il referendum contro l’autonomia differenziata. “È un traguardo davvero importante, ma non ci fermeremo qui“, ha dichiarato la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Siamo riusciti a unire un ampio schieramento di partiti, forze sociali e associazioni che si sono mobilitati contro una legge che spacca l’Italia. Questo risultato politico è significativo e non scontato”, ha aggiunto.
Autonomia differenziata, raggiunte le 500mila firme per il referendum
“Il Paese è convinto che questa legge sia sbagliata e pericolosa. La nostra battaglia continuerà con tutte le persone che si sono già mobilitate e che continueranno a farlo nelle nostre feste, nelle strade e nelle piazze. A loro va il nostro più sentito ringraziamento. Un’alternativa a questa destra è possibile e noi la stiamo costruendo insieme”.
Giuseppe Conte ha parlato di “segnale potentissimo” sui social. “Una grande ondata di partecipazione che ci ha portato alle 500mila firme in pochissimi giorni contro la legge sull’autonomia differenziata”, ha scritto il leader del M5S. “I cittadini non si fanno ingannare e stanno aderendo in massa all’appello per l’abrogazione. Non vogliono vivere in un’Italia divisa, frammentata in tante regioni e in tutte le materie, dalla sanità all’istruzione, dai trasporti al commercio. Hanno compreso che ci rimetteremmo tutti, nessuno escluso. Non ci fermeremo qui, è solo l’inizio”.
Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha dichiarato: “Come previsto, tra firme cartacee e digitali, il quorum per il quesito del referendum che abroga l’autonomia differenziata è stato di fatto raggiunto già entro metà settimana“. Ha aggiunto: “Non nascondo un pizzico di orgoglio per aver contribuito, con la piattaforma pubblica e gratuita per la raccolta delle sottoscrizioni, al raggiungimento di questo risultato. Ma ciò che conta è il dato politico: in 10 giorni, mezzo milione di italiani ha già detto no all’autonomia differenziata. Un successo incredibile che è solo l’antipasto della batosta che aspetta Giorgia Meloni quando i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi su questa riforma”.